Quelle compagnie aeree schiacciate dalla crisi
È un inizio di anno complicato per le compagnie aeree, soprattutto quelle regional. Come aveva previsto il ceo di easyJet, Johan Lundgren qualche mese fa, iniziano a essere costanti le chiusure e i fallimenti di alcuni vettori di medie dimensioni. Dopo i casi Flybe in Inghilterra e Flyr in Norvegia, ora le chiusure si spostano aldilà dell’Oceano Atlantico, in Messico e Colombia.
Con un comunicato stampa sul proprio sito web, infatti, il 15 febbraio 2023 la messicana Aeromar ha chiuso definitivamente i battenti dopo oltre 35 anni di storia.
Il vettore – travolto da numerosi debiti verso lo Stato del Messico e altri fornitori privati – non è riuscito a raggiungere un accordo per un piano di rientro dei crediti e non ha potuto accedere a nuovi finanziamenti e investitori che le avrebbero permesso di riprendere il volo.
In Colombia, invece, è ancora in bilico il futuro di Viva Air, che possiede una flotta di 23 aeromobili che operano rotte nazionali e internazionali.
Negli ultimi due anni la pandemia e i suoi risvolti economici – costi in aumento, consolidamento sempre più forte, modello low cost in robusta crescita su tutti i mercati – ha mietuto numerose vittime.
Basta ricordare che in Italia nel 2022 abbiamo salutato definitivamente Blue Panorama e Ego Airways, la Romania ha perso la low cost Blue Air e nel 2021 il vettore di Stato Air Namibia ha chiuso i battenti.
Per non parlare di tutte quelle compagnie aeree, la lista sarebbe lunghissima, che dal 2020 a oggi sono passate per ristrutturazioni, Chapter 11, aiuti di Stato e prestiti.
I DEBITI TRAVOLGONO AEROMAR
Lo stop a tutte le operazioni di Aeromar lascia in bilico il futuro di 600 lavoratori (80 di questi sono piloti) e provoca un vuoto di connessioni molto importanti all’interno del mercato domestico. Al momento in cui scriviamo sono oltre 5mila i viaggiatori lasciati a terra dalla chiusura della compagnia. Nel giro di 3 anni il mercato messicano ha perso, quindi, due grandi operatori regionale come Interjet (chiusura nel 2021) e Aeromar.
Aeromar avrebbe accumulato nel tempo oltre 4 miliardi di pesos (oltre 200 milioni di euro) di debiti totali verso il fisco, la previdenza sociale, i fornitori di servizi, di carburante e alcuni aeroporti. Solo lo scalo internazionale di Città del Messico, per esempio, vanta crediti verso la compagnia per 522 milioni di pesos (26 milioni di euro circa).
Secondo il comunicato stampa della compagnia aerea con base a Città del Messico, vengono interrotte tutte le operazioni dalla capitale verso/da gli aeroporti de L’Avana a Cuba, Laredo e McAllen negli Usa, e nell’area nazionale verso Acapulco, Aguascalientes, Cancún, Chetumal, Ciudad Victoria, Colima, Cozumel, Guadalajara, Ixtapa, Zihuatanejo, Ixtepec, Mazatlán, Mérida, Monterrey, Piedras Negras, Puerto Escondido, Puebla, Puerto Vallarta, Tepic e Villahermosa.
COLOMBIA, IN BILICO IL FUTURO DI VIVA AIR
Nel frattempo, in Colombia il vettore Viva Air sembra sull’orlo della chiusura. La compagnia aerea è stata costretta ad avviare un processo di riorganizzazione ai sensi della legge colombiana con l’obiettivo di ristrutturare il debito e rinegoziare con i creditori entro 90 giorni, per poter tornare a volare.
In questi tre mesi, intanto, l’altra compagnia aerea colombiana Avianca ha avanzato un progetto di acquisizione e fusione per Viva Air (progetto bocciato dall’autorità per l’aviazione civile) e ora le parti stanno lavorando a un nuovo piano. Intanto si son fatti avanti altri due contendenti latinoamericani, pronti ad acquisire il vettore colombiano in crisi.
La cilena JetSmart (controllata dal fondo Indigo Partners che ha una grossa partecipazione in Wizz Air) e la filiale colombina di Latam Airlines hanno presentato un’offerta per rilevare il 100% della compagnia aerea.
Giornalista. Specializzato in trasporto aereo e ferroviario, economia, agenzie di viaggi, tecnologia ed estero. Segue convention e fiere internazionali.
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