A poche ore dal loro insediamento i tre commissari straordinari – Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari – hanno già un primo paletto posto dal governo: 15 giorni di tempo per sondare la reale disponibilità di eventuali compratori di tutto il pacchetto-Alitalia, dagli aerei agli altri asset (eccetto gli slot che non sono vendibili, ma sono sicuramente un’importante dote operativa), per un valore complessivo che gli analisti stimano al di sotto dei 350 milioni di euro. Non di più. Entro il 16 maggio scatterà infatti la “fase 1” dell’amministrazione straordinaria con la raccolta delle manifestazioni di interesse.
Ma quali sono le priorità che i tre commissari dovranno valutare nell’eventuale fase di vendita? Sicuramente il piano industriale del potenziale acquirente: dovrà essere circostanziato e sostenibile. C’è poi la salvaguardia dei posti di lavoro: un candidato all’acquisto con minore liquidità, ma con maggiori garanzie di mantenere buona parte dell’attuale organico Alitalia, verrebbe certamente preferito dal governo rispetto a un compratore danaroso ma poco sensibile al fattore umano, perché così per lo Stato ci sarebbero minori costi sociali da sostenere. Non va dimenticato, infatti, che gli eventuali esuberi pianificati dal futuro proprietario di Alitalia, farebbero scattare gli ammortizzatori sociali che rappresentano un onere significativo.
A questo proposito, proprio il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ha ricordato come l’opzione del prestito-ponte da 600 milioni di euro deve essere considerata come il «male minore» rispetto alle conseguenze catastrofiche legate alla messa a terra di tutti gli aerei con danni per parecchi miliardi di euro.
Dunque, è aperta ufficialmente la vendita «in toto» di Alitalia. Tra le ipotesi di acquisto, sembrano definitivamente tramontate quelle di Lufthansa e di Etihad, che a quanto pare è fermamente intenzionata a sfilarsi del tutto dall’azionariato della compagnia, nonostante il governo italiano riponesse una speranza di coinvolgerla nella compravendita. Rimangono sulla scena Ryanair, più propensa ad attivarsi nell’ipotesi dello “spezzatino”; easyJet, molto interessata al mercato italiano ed eventualmente orientata a investire sugli slot; e Qatar Airways, che dopo aver portato a termine l’operazione Meridiana potrebbe entrare in gara per la proverbiale rivalità esistente con Etihad ed Emirates. Proprio quest’ultima non può essere contemplata tra i vettori interessati ad Alitalia perché i suoi investimenti sono tutti mirati a consolidare lo sviluppo come compagnia aerea globale.