Per il gruppo Radisson è il momento di investire. E l’Italia è nelle prime posizioni per le prospettive di sviluppo.
L’Agenzia di Viaggi Magazine ha incontrato il ceo del gruppo internazionale, Federico J. González Tejera, a Manila, dove si è svolto il 21° Global summit del Wttc (World travel and tourism council).
Signor Gonzales, lei era in Italia appena a metà aprile. Cosa bolle in pentola?
Gonzales. Noi stiamo curando delle nuove iniziative in Italia, che è uno dei Paesi al centro del nostro business e dove abbiamo registrato una forte crescita negli anni scorsi. Abbiamo visitato i nuovi hotel Radisson collection a Milano e alcuni nuovi hotel che stiamo per aprire in questa città».
Cosa sta cambiando in Italia dopo la pandemia? La situazione era di stasi, con pochissimi passaggi di proprietà delle strutture alberghiere e poco spazio per l’ingresso delle catene internazionali.
«In effetti, abbiamo iniziato a lavorare sull’Italia nel 2019 e abbiamo portato avanti delle relazioni con diversi proprietari di immobili, proprietari di alberghi, e investitori con cui abbiamo lavorato intensamente negli ultimi tre-quattro anni. La nostra crescita non è collegata alla pandemia ma piuttosto al lancio di nuove strutture e alla ristrutturazione di quelle esistenti. L’attuazione di nuovi sistemi ha innalzato fatturato e profitti degli alberghi».
Quali dei vostri brand hanno le migliori prospettive in Italia?
«Penso che stiamo lavorando molto bene con i Radisson Collection, il brand di lusso, con Radisson Blue, che si rivolge anch’esso a una clientela particolarmente altolocata; e Radisson Red, che è un brand di life style. Tutti i segmenti della fascia di lusso stanno andando molto bene, anche se comunque tutti i nostri marchi ci stanno dando soddisfazioni in ogni Paese e, in Italia, in tutte le città: Venezia, Milano, Roma».
Lei stesso ha detto che nessuno può sapere oggi cosa succederà il prossimo anno, però lei è ottimista.
«Sì, in effetti tutto fa pensare che nel 2023 riusciremo a tornare quasi ai livelli del 2019. Direi che ci sono i segnali per un cauto ottimismo».
Ha detto più volte che la sostenibilità sarà il principale vantaggio dei nuovi alberghi, per il nuovo turismo. Ma ci chiediamo un po’ tutti: questo comporta costi più alti?
«No, non credo. A volte in effetti la sostenibilità può essere vista come un costo; però ormai non c’è altro modo di fare business, così come lo è stato adottare misure di sicurezza sanitaria durante la pandemia».
Non sappiamo come potrà cambiare il mondo del turismo. Voi vi occupate dell’ospitalità, delle strutture ricettive, ma proviamo a chiederci: perché la gente viaggia? Cosa li spinge a viaggiare, a preferire le grandi città o la campagna?
«Le ragioni sono tante e diverse per ognuno di noi. Ci sono sempre abbastanza persone per soddisfare qualsiasi segmento: vacanze, viaggi di lavoro, eventi. Ci sono ragioni diverse, una gran varietà di motivazioni che spingono le persone a viaggiare».