Oltre 5 miliardi di euro. A tanto ammonta il valore delle transazione di immobili a uso alberghiero in Italia nel 2019, di cui circa 3,3 miliardi hanno riguardato i soli investimenti “corporate” (quasi 5 volte il volume registrato nel 2018), con uno share del 27% sul totale degli investimenti Capital Market (12 miliardi di euro circa).
Gli alberghi italiani sono considerati ora, e lo saranno anche nel futuro a dispetto del momento contingente, un solido investimento per gli investitori stranieri, a cui è attribuibile il 77% del capitale investito lo scorso anno nel segmento “corporate”.
In particolare, quasi la metà del totale, concerne l’acquisizione di due importanti portafogli: il primo di Belmond (già Orient Express) ora nell’orbita di Lvmh Group e il secondo di Castello sgr, ora controllato da Oaktree Capital.
Nel 2019 la prevalenza degli investimenti si è comunque concentrata soprattutto sui singoli asset a uso alberghiero: una cifra record di circa 1,7 miliardi di euro, pari al 54,6% del totale. «Il 2019 è stato un anno positivo, con un significativo incremento di compravendite che hanno rafforzato il settore dell’hospitality Italiana che, ne siamo convinti, saprà reagire e superare l’emergenza Coronavirus», ha detto Emilio Valdameri, responsabile hospitality & leisure di Gabetti Agency.
A livello geografico, nel 2019 la quota principale del capitale investito è riconducibile alla provincia di Venezia (20,8%), seguita da Roma (14,4%), poi Catania, Milano, Firenze e Genova. In tema di numero di camere è invece il capoluogo lombardo a primeggiare con il 17,9% di share sul totale, seguono Venezia (14%) e la capitale (12,5%).
Per quanto concerne nello specifico il numero di camere, nel 2019 sono state transate oltre 7.000 unità (+ 77,7% rispetto al 2018), di cui il 60% nel Nord Italia, il 23% al Centro, il 17% al Sud. Un risultato in netto incremento ripetto al 2018, anno in cui il totale era di circa 3.991 camere (il 42% nel Nord, il 24% al Centro e il restante 34% al Sud).