L’Arabia Saudita punta sul turismo internazionale, Italia compresa. E lo fa con disegni avveniristici, sostenibili e pronti ad affermare la destinazione come meta di lusso. Tra i progetti c’è il Red Sea Global che prevede da dicembre 2023 l’apertura di strutture luxury, a basso impatto ambientale, affacciate sulle spiagge del Mar Rosso.
Lungo la costa occidentale del Paese, entro il 2030, sorgeranno 50 hotel, 8.000 camere, fino a mille proprietà residenziali e un aeroporto internazionale dedicato con collegamenti continui con le principali città del Regno. L’area, che si estende per 28.000 chilometri quadrati, accoglie un arcipelago di oltre 90 isole incontaminate, vulcani spenti, dune del deserto, canyon di montagna, siti culturali storici e una delle barriere coralline più grandi e variegate al mondo.
I primi hotel che apriranno i battenti sono il Six Senses Southern Dunes, non distante da Medina, omaggio al patrimonio nabateo, e il St. Regis Red Sea Resort sull’arcipelago di Ummahat, direttamente sul mare (apertura prevista il 28 dicembre 2023).
Altro progetto di sviluppo regionale sostenibile, che rientra nella cornice della Saudi Vision 2030, è Neom che comprende Leyja, nel nord-ovest dell’Arabia, nei pressi del Golfo di Aqaba. Qui, in una magnifica valle naturale scavata tra montagne alte 400 metri, verranno realizzati tre hotel, ciascuno con 40 stanze e suite, che si integreranno con la natura circostante e offriranno esperienze uniche ai visitatori. Tutti gli alberghi avranno una piscina a sfioro sul tetto.
Leyja rientra tra i piani di sviluppo dell’area che comprende anche Sindalah, un’isola artificiale con hotel di lusso e porti turistici; The Line, una gigantesca smart city senza auto con un edificio lungo 170 km e stretto appena 200 metri; Trojena, la destinazione montana per tutto l’anno e la prima esperienza di sci all’aperto e Oxagon, un complesso industriale galleggiante alimentato con energie rinnovabili.