Regno Unito, niente più test pre partenza per i vaccinati
Mentre molti Paesi in Europa e in altri continenti, aumentano le restrizioni ai viaggi per bloccare la diffusione della variante Omicron, il governo di Boris Johnson facilita gli ingressi. A partire dallo scorso 7 gennaio, infatti, per entrare in Gran Bretagna, non è più obbligatorio sottoporsi a tampone prima dell’arrivo. Boris Johnson stesso, dando l’annuncio, ha spiegato che la misura era stata adottata quando Omicron era appena stata appena scoperta nel Regno Unito, ma che la variante ha adesso “un impatto limitato” nel Paese.
I viaggiatori vaccinati e con certificazione verde/green pass europeo in arrivo nel Regno Unito non dovranno quindi più mostrare l’esito negativo di un tampone pre-partenza, e non dovranno mettersi in autoisolamento all’arrivo.
Avranno, invece, l’obbligo di effettuare un test (molecolare e rapido, LFT) da svolgere nel Regno Unito entro il 2° giorno dopo l’arrivo (detto “day 2 test”) da una lista di centri medici autorizzati. Dovranno inoltre compilare un passenger locator form (indicando lì gli estremi della prenotazione del tampone “day 2 test”) dichiarando di non aver transitato in un Paese ad alto rischio (red list countries) nei 10 giorni precedenti l’arrivo nel Regno Unito.
I viaggiatori non vaccinati sono invece ancora tenuti a presentare il risultato negativo di un tampone Covid-19 effettuato nei tre giorni precedenti il giorno della partenza e che soddisfi i parametri specificati dal governo britannico, e ad osservare una quarantena di 10 giorni (con modalità specifiche a seconda dei paesi visitati prima dell’arrivo in Uk), e a sottoporsi a tamponi di controllo sia al 2° che all’8° giorno dopo l’arrivo nel Regno Unito.
Il premier ha reso inoltre noto che il governo ha deciso di mantenere le attuali misure del Piano B anti-Covid (che prevede ad esempio l’uso obbligatorio delle mascherine in determinati luoghi chiusi e nei trasporti pubblici, il ritorno al telelavoro dove possibile, Covid pass per entrare nelle discoteche e nei luoghi affollati) per altre tre settimane, prima di una revisione il 26 gennaio confermando che il Paese non è nelle condizioni di doversi chiudere di nuovo.