Replica di TripAdvisor: “Lottiamo contro le false recensioni”
TripAdvisor replica alla notizia della sanzione comminata dal Consiglio di Stato per aver diffuso informazioni ingannevoli sulle fonti delle recensioni.
“Milioni di consumatori italiani si fidano di TripAdvisor: la loro personale esperienza nell’utilizzo del sito ha dimostrato loro che è utile e accurato. Niente nella sentenza indebolisce questo fatto – sottolinea la nota della piattaforma – Il Consiglio di Stato ha confermato che non ci sono prove che TripAdvisor abbia ingannato i consumatori e non solo non richiede a TripAdvisor di cambiare alcunché sul sito ma l’unica azione richiesta è da parte dell’Antitrust, che deve ora restituire l’80% della multa che ci aveva ingiustamente imposto nel 2014”.
TripAdvisor, piuttosto, rilancia, il suo rapporto di fiducia con la community, appellandosi ai risultati del progetto “Il Potere delle Recensioni” (un sondaggio svolto su 23.292 utenti della piattaforma). “Secondo lo studio su come gli utenti del sito utilizzano le recensioni, il 91% degli italiani intervistati ha affermato che le recensioni di TripAdvisor sugli hotel riflettono accuratamente la loro esperienza e il 93% che le recensioni dei ristoranti riflettono accuratamente la loro esperienza. Non diamo per scontata questa fiducia: investiamo una ingente quantità di risorse e persone per proteggere il sito da recensioni non autentiche e il nostro team è molto efficace nell’individuare i tentativi di frode”.
La piattaforma , infatti, porta come esempi il caso della sentenza dell’anno scorso del Tribunale di Lecce. “È un chiaro esempio del nostro forte impegno nel combattere le frodi: costituendosi parte civile, TripAdvisor è stato determinante nel procedimento contro un individuo che aveva tentato di scrivere false recensioni, inclusi la condivisione delle prove raccolte dal nostro team interno di investigazione frodi e il supporto legale fornito dai nostri consulenti italiani. Inoltre, dal 2016 abbiamo intrapreso azioni contro più di 100 società di recensioni a pagamento in tutto il mondo per fermare le loro attività e adottiamo misure severe per penalizzare le strutture sorprese a utilizzare tali servizi per ingannare i consumatori”.
Sulla questione dell’anonimato delle recensioni, invece, TripAdvisor chiama in causa la protezione dei dati sensibili degli utenti. “Permettiamo l’anonimato sul sito perché riteniamo sia importante rispettare il diritto alla privacy dei nostri membri. L’utilizzo di uno username online è un principio riconosciuto in questo ambito, impiegato da molti social network e noi non facciamo eccezione. Tuttavia, su TripAdvisor i visitatori possono vedere le informazioni di qualunque recensore, come dove è basato, quante recensioni ha scritto, quali luoghi ha visitato, quanti voti utili ha ricevuto dalla nostra community e spesso la foto stessa del recensore”.