Resilienza e sostenibilità: la sfida delle destinazioni a Itb Berlin
Il turismo si riprenderà, e presto. Guardando alla storia degli ultimi decenni, è quello che è sempre successo, per cui la vera domanda ora non è quando ci sarà la ripresa, ma come prepararsi alle prossime crisi che inevitabilmente arriveranno. Questo il tema la centro della consueta tavola rotonda Unwto dei ministri tenuta oggi all’Itb di Berlino. Come può l’industria turistica diventare più resiliente? I governi stanno facendo le mosse giuste?
A quanto pare sì, almeno secondo Julia Simpson, president & ceo del Wttc, che si è detta soddisfatta delle politiche attuate per far fronte alla pandemia. «In Europa siamo stati fortunati, sono molti i sostegni dati al settore – ha detto Julia Simpson – All’inizio c’è stata confusione per le tante misure diverse messe in campo, ma il Travel pass è stata un’idea geniale. Fondamentale è stata anche la collaborazione tra politica e privati, il rapporto di fiducia che si è consolidato. Questa è la vera lezione da imparare, in un momento in cui viviamo in una situazione di massima imprevedibilità a causa della guerra, e questo impatterà sia il comportamento dei viaggiatori sia quello dei fornitori di servizi. Il carburante ha un prezzo record mai raggiunto prima».
Le fa eco il ministro greco, Vassilis Kikilias, altrettanto convinto dell’importanza sempre più fondamentale della cooperazione tra pubblico e privato, per andare nella direzione della sostenibilità e dei sostegni soprattutto alle piccole e medie imprese. «Oggi la vera emergenza è l’accoglienza dei rifugiati e la solidarietà con le persone coinvolte nella guerra – ha detto il ministro – e studiare i megatrend per sostenere il settore e cercare di prevedere da dove arriverà la prossima crisi, monitorare la domanda e pianificare il futuro dell’industria».
Un futuro che sicuramente mette al centro la sostenibilità e l’attenzione ai cambiamenti climatici, come ha raccontato anche Bernadette Romulo-Puyat, ministro del turismo delle Filippine. «Negli ultimi due anni ci siamo rinforzati come sistema e nei rapporti con le istituzioni – ha detto il ministro – È importante che venga mantenuto il rapporto di fiducia e supporto tra privato e pubblico, e che tutta la comunità venga coinvolta nel cambiamento e nei piani concreti di recupero che abbiamo. Terremo conto di come sia cambiato il settore, rivedendo i prodotti e col mercato. Prima le persone venivano solo a fare diving. Ora si portano il computer e restano a lavorare da remoto. Alcune misure poi, sarebbe un bene conservarle, come il numero chiuso per le destinazioni più sfruttate turisticamente, dove i coralli, il territorio e la cultura soffrono il sovraffollamento».
L’attenzione all’ambiente e al clima sono i cardini delle politiche sostenute anche dal ministro del turismo della Giamaica, Edmund Bartlett, che ha lanciato anche un’idea inedita di creare un fondo globale per le emergenze turistiche, supportato da tutti i Paesi. «Abbiamo già diverse entità a livello mondiale, come la World Bank ad esempio, ma un fondo di garanzia globale potrebbe aiutare moto in caso di grandi emergenze – ha spiegato il ministro -. Un’altra priorità è trovare il giusto modo per far fronte ai cambiamenti climatici e dei sistemi che rispondano prontamente in caso di pandemie o shock economici. Bisogna assicurarsi che il sistema dia le risposte giuste in caso di crisi».