by Andrea Lovelock | 24 Settembre 2024 7:00
A rendere sorprendente la vendita dello storico brand Thomas Cook[1], avvenuta nelle scorse settimane, non è tanto la nazionalità dell’acquirente, quanto la sua natura: eSky Group[2], con base in Polonia, è infatti una piattaforma multitasking, nonché tra i principali player del turismo nella preziosa Europa orientale. A ben vedere si tratta di un passaggio di testimone storico nel turismo organizzato: il più anziano brand di viaggi, con oltre 180 anni di attività alle spalle, confluisce in una delle più giovani realtà nel panorama del travel online.
eSky ha acquisito Thomas Cook dal fondo cinese Fosun Tourism Group per un totale di 30 milioni di sterline, vale a dire 35,6 milioni di euro. Nel motivare la clamorosa transazione, i vertici di Fosun hanno dichiarato in una sibillina nota rilasciata alla borsa di Hong Kong che “l’attività delle agenzie di viaggi online nel Regno Unito non è in linea con le competenze principali e il focus strategico del Gruppo”. Di fatto, si tratta dell’ammissione che lo storico marchio del travel britannico sia uscito dai radar del Gruppo semplicemente perché l’Europa non garantisce quei volumi di crescita prefissati dal gigante asiatico.
La riprova sta nel fatto che – come è bene precisare – la cessione non ha incluso le attività di Thomas Cook in Cina. Un particolare che sta a significare una sola cosa: Fosun è concentrato sul mercato domestico dei viaggi, che vanta incrementi annuali a doppia cifra. Una prateria di business da continuare a foraggiare con il brand storico. E si parla di un bacino di traffico che ogni anno si arricchisce di decine e decine di milioni di nuovi viaggiatori-clienti.
L’operazione ha comunque attirato l’attenzione degli analisti della finanza europea: infatti, vale la pena ricordare che Thomas Cook, fondata nel lontanissimo 1841, era caduta in insolvenza nel 2019 principalmente per non essere riuscita a saldare un debito-monstre di 1,1 miliardi di sterline, vale a dire 1,3 miliardi di euro. Non a caso, a lavorare dietro le quinte di questa importante transazione figura la società di consulenza legale Schoenherr che ha fornito supporto a eSky Group, completando tutti gli aspetti finanziari durante il non facile processo di negoziazione e firma dell’accordo.
L’acquisizione di Thomas Cook consentirà ora al Gruppo eSky di presidiare uno dei mercati di viaggi più sviluppati d’Europa e di espandere ulteriormente il proprio portafoglio di pacchetti vacanza nel vecchio continente, ma anche in America Latina. Si prevede che aumenterà in modo significativo le vendite con previsioni per il 2025 che superano addirittura i 230 milioni di euro. Lo stesso ceo di Thomas Cook, Alan French, ha sottolineato ai media che questa acquisizione favorirà il consolidamento di volumi in Gran Bretagna e in Irlanda. E sarà interessante vedere la partita che si giocherà tra i colossi europei come Tui Travel Group (che ormai conta 1.600 agenzie e 27 milioni di clienti), i tedeschi Der Touristik del Gruppo Rewe e Anex Tour (con 440mila clienti e 365 milioni di fatturato), Jet2 Holidays plc e Virgin Atlantic Holidays nel Regno Unito.
Oltre ad altri agguerriti player in rete, uno su tutti Expedia, che vanta diversi marchi strategici della filiera turistica come Hotels.com, Trivago, Hotwire, Travelocity e impiega più di 24mila dipendenti, distribuiti in ben 30 Paesi del mondo.
Tutto questo è il segno dei tempi che non risparmiano colpi di scena come quello recentissimo del fallimento di Fti Group[3], terzo principale polo del turismo organizzato in Germania, protagonista del più grave crac del settore dei viaggi post pandemia, che ha messo a dura prova il Fondo nazionale tedesco (German Travel Security Fund) per la riprotezione di centinaia di migliaia di viaggiatori-clienti, coinvolgendo in un “effetto a catena” altri importanti brand del turismo organizzato.
Source URL: https://www.lagenziadiviaggimag.it/retrospettiva-thomas-cook-ragioni-e-dettagli-della-cessione/
Copyright ©2024 L'Agenzia di Viaggi Magazine unless otherwise noted.