Allarme liquidità: che la priorità per il comparto sia questa è assodato, ma non basta. Ci sono altre due forti criticità da risolvere: l’applicazione dei protocolli di sicurezza deve trovare l’equilibrio con la sostenibilità economica. E poi c’è il tema della responsabilità dell’imprenditore da chiarire. Solo a queste condizioni gli albergatori sono disposti a riaprire.
Sono alcuni allarmi lanciati nel corso di ReStart, la tavola rotonda virtuale organizzata da Pkf Hotelexperts che dopo Milano e Sorrento ha fatto “tappa” in Puglia per proseguire a Cortina e concludersi di nuovo nel capoluogo meneghino. Finanza, riqualificazione dell’offerta, incentivi e meno burocrazia per gli investimenti sono alcuni dei punti riassunti da Giorgio Bianchi, fermo restando che, come spiega Andrea Delfini, presidente di Blastness, «la crisi potrà portare a un’accelerazione del processo di digitalizzazione e sarà un’opportunità soprattutto per gli indipendenti per massimizzare la marginalità e disintermediare».
TEMA FISCALE. Ma intanto come ci si può preparare all’estate? Per Francesco Caizzi, presidente Federalberghi Puglia, «è fondamentale trovare un punto di incontro tra i principi di sanità pubblica e i conti delle aziende. L’altro tema cruciale è quello fiscale: chiediamo un abbuono delle fiscalità 2020, di Imu e Tari». Per l’estate quasi il 60% del fatturato è perduto, «a settembre si potrebbe cominciare a parlare di business travel ma per il Mice si rimanda al 2021». Nel 2020 «non ci saranno le condizioni per eventi, wedding, convegni e grandi gruppi», aggiunge Andrea Sabato, general manager Talea Collection, e sottolinea la questione spiagge e lidi: gli imprenditori sarebbero anche pronti, ma non senza sapere in che modalità potranno erogare i servizi e quale impatto ci sarà sul conto economico: «Solo allora potremo capire se e come riaprire», aggiunge.
NO A HOTEL OSPEDALI. Anche perché, ribadisce Vincenzo Gentile, amministratore Greenblu Hotels: «Dobbiamo far recuperare fiducia alla gente ma la vocazione della vacanza è in antitesi al distanziamento, è stare insieme, divertirsi». Quanto i clienti saranno disposti a godersela con le restrizioni e con «hotel che possono essere trasformati in ospedali?».
NUOVE FONTI CREATIVE DI FATTURATO. Accanto a liquidità e regole sanitarie, Confindustria Alberghi Puglia sta spingendo sulla tutela dei lavoratori, spiega Aldo Melpignano, con un accordo con i sindacati sul protocollo Oms. E come imprenditori? «Ci possiamo concentrare solo su quello che possiamo controllare – spiega, in qualità di managing director di Borgo Egnazia – Stiamo parlando con gli operatori partner per far sì che i clienti lascino depositi e convertano le prenotazioni in voucher». E occorre inventarsi nuovi modi per generare fatturato in maniera creativa: «Abbiamo lanciato Casa Egnazia e stiamo investendo sullo shop online. Ci prepariamo alla riapertura in modo graduale, magari partendo dalle ville».
LAST MINUTE E ALLARME ADV. Pronti a ripartire lo sono anche in casa Nicolaus Valtur, ma solo con regole chiare. Per Roberto Pagliara, presidente gruppo Nicolaus, la partita si gioca sul chiarire le responsabilità civili e penali degli imprenditori nei confronti di dipendenti e clienti. «Si dovrà poi cambiare il format delle strutture per far percepire agli ospiti la nuova modalità, ma ci vorrà tempo per metabolizzare». Ma Pagliara allarga anche al resto della filiera, trasporti in primis: «È un settore ancora nel buio e come Astoi abbiamo avanzato proposte al governo e alla Regione, come un contributo ai charter domestici – ricorda il manager – Ci sarà un fortissimo last minute e le tariffe potranno essere più alte a causa dei costi. Siamo al fianco delle adv, si può prevedere la chiusura di circa 3mila punti vendita».
MISURE ALLE IMPRESE E VIRTUAL TOUR. Intanto la Regione Puglia è al lavoro: «Insieme alla comunità scientifica è in fase di elaborazione un manuale di regole chiare per conciliare le esigenze del sistema economico con quelle della sicurezza – annuncia l’assessore al Turismo Loredana Capone – Percezione e immagine saranno altre due voci strategiche».
Se la virata verso una promozione domestica è inevitabile, la Regione non vuole correre il rischio di vanificare una strategia che ha portato gli stranieri a crescere del 5% negli ultimi anni arrivando al 28%, come segnalato da Stefano Visone di Intesa San Paolo, secondo cui in questa fase bisognerà far leva su quel 45% di presenze nazionali dal Mezzogiorno (un quinto dalla regione) e sul 20% dal centro, oltre che su forme di turismo “sicure” come enogastronomia, cicloturismo e cultura. Ma con l’estero «cerchiamo di mantenere la fidelizzazione con virtual tour, docufilm e produzione artistica, per agevolare la ripresa», spiega l’assessore Capone.
E ci sono le misure per agevolare la liquidità. Tra queste, spiega Antonio de Vito, direttore generale Puglia Sviluppo, «uno strumento di microcredito per liberi professionisti e microimprese, e una nuova sezione speciale nel Titolo II Turismo dedicata al circolante, affinché le aziende sostengano i costi di gestione».