Rimborsi aerei, pugno duro delle associazioni

06 Marzo 14:02 2020 Stampa questo articolo

Comunicato congiunto per Aidit, Assoviaggi, Astoi e Fto, che insieme si mettono in rappresentanza del comparto del turismo organizzato e chiedono con la massima tempestività interventi mirati da parte dell’Enac, per gestire la situazione critica, in termini finanziari, che si è venuta a creare con l’emergenza coronavirus.

“Il comparto costituito in Italia da circa 12mila imprese con un numero di occupati stimato in 50mila addetti – si legge nella nota – ha registrato nel giro di pochi giorni l’azzeramento dei flussi di cassa in entrata a seguito di provvedimenti adottati a livello nazionale e internazionale. Gli effetti negativi sulle entrate si continueranno a sentire, purtroppo, anche nei prossimi mesi soprattutto per la parte relativa ai flussi turistici da e verso l’estero e per la componente di business travel”.

Per questo, Aidit, Assoviaggi, Astoi e Fto, che hanno già richiesto al governo di dichiarare lo stato di crisi del comparto alla pari di quanto accaduto in analoghe situazioni di forza maggiore, richiedono all’Enac di avviare, con la massima urgenza, ogni azione utile per assicurare la piena applicazione “delle disposizioni normative recentemente emanate in materia di rimborsi da parte dei vettori aerei operanti in Italia, rendendosi disponibili per ogni approfondimento o ulteriore informazione si ritenesse utile in materia”.

La nota d’allarme si conclude evidenziando che le aziende stanno ricevendo un numero di cancellazioni senza precedenti e conseguenti richieste di rimborso sia da parte di singoli viaggiatori che da parte degli istituti scolastici, con agenzie e operatori che si troveranno a non poter soddisfare tali richieste se continueranno a ricevere rifiuti di rimborso dalle compagnie straniere e nazionali. I sindacati d’impresa ribadiscono, infine, l’urgenza dell’adozione, da parte del governo, di misure straordinarie che consentano la sopravvivenza delle imprese interessate dalla crisi e il permanere degli attuali livelli occupazionali.

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