Rimborsi aerei, sul banco degli imputati c’è Iata
È una “guerra” tutta francese quella che ha conquistato le prime pagine dei media specializzati d’Oltralpe nelle ultime ore. Con una lettera dove non esistono giri di parole, Nicolas Brumelot, presidente di MisterFly, Ota tutta transalpina che nel 2019 ha superato i 500 milioni di euro di giro d’affari, si rivolge al connazionale e direttore generale di Iata, Alexandre de Juniac, prendendo le difese di tutta la categoria degli agenti di viaggi.
Il motivo del contendere riguarda la materia dei rimborsi in seguito a cancellazioni. Dopo aver definito la Iata “animale atipico” e, riprendendo quello che disse tempo fa il presidente di Qatar Airways Akbar Al Baker, “organizzazione mafiosa”, Brumelot l’accusa senza mezzi termini di essere “fuori dalla realtà” e di voler condurre, con il suo comportamento, “un intero settore al patibolo”.
In una sua missiva datata 17 marzo, l’associazione con sede a Ginevra aveva infatti messo in chiaro come, in una situazione di emergenza come questa, «i rimborsi (alle agenzie) verranno ritardati, con tempi prolungati». Per il manager della Ota, non si tratta altro che di uno «stratagemma che consiste nell’esigere i pagamenti (del bsp) secondo i tempi consueti, ma trattenendo la tesoreria con tutti i sotterfugi possibili».
Le agenzie, invece, si trovano di fronte a un vero e proprio “tsunami di domande di rimborso, non c’è il tempo materiale per evaderle, e viene richiesta un’abilità tecnica eccezionale”. In più, prosegue il numero uno di MrFly, “svolgiamo questo lavoro senza alcun tipo di remunerazione”, in un momento in cui “i nostri dipendenti sono in quarantena, per la maggior parte, in lavoro a orario ridotto”.
Per la Iata, invece, si tratta di “business as usual”, tanto da esercitare sugli agenti «un diritto di vita o di morte». Risultato: monsieur de Juniac in persona, è destinato “ad avere sulla coscienza centinaia di aziende, e decine di migliaia di dipendenti”.
Ma il problema della tesoreria non è il solo. Sul tavolo, infatti, Brumelot mette anche l’assenza di un apposito fondo di garanzia delle compagnie aeree, un punto che il manager aveva già sottolineato in un suo post su Facebook dopo il fallimento di Aigle Azur e Xl Airways.
Di conseguenza, conclude Brumelot rivolgendosi al direttore generale di Iata, «è venuto il momento di agire e adattare le regole alle circostanze», soprattutto in vista della prossima scadenza del 31 marzo.