Non solo i contributi a fondo perduto ad hoc per adv e t.o. tardano ad arrivare, come se non bastasse questi non sono nemmeno per tutti. Lo sanno bene quelle agenzie di viaggi che si autodefiniscono “invisibili”, colpevoli di essere delle startup (nate tra il 2019 e il 2020) o di avere un contratto di associazione in partecipazione con i principali network, che comunque per quanto possibile – nonostante le mancanze del governo – cercheranno di cedere una minima percentuale alle proprie affiliate in questione.
“L’agenzia di viaggi che non c’è”. È proprio questo il titolo scelto per la lettera aperta scritta e inviata alla stampa da Giusy Smiriglia e Lorenzo Orlandini, portavoci di un gruppo di oltre 300 filiali di agenzie che, così come già fece Jessica Smorgon con i suoi colleghi, intende balzare sui tavoli governativi ribadendo le necessità di almeno 900 adv, praticamente escluse da ogni agevolazione dedicata al settore.
Sembra il titolo di una fiaba ma sfortunatamente è una terribile realtà. Professionisti del turismo dimenticati che urlano a gran voce alle istituzioni di essere riconosciute, di essere ricordate, ma che, come nella celebre fiaba, risultano non esistere agli occhi di uno Stato evidentemente troppo “grande” per vedere con gli occhi di noi piccoli.Sfiancate e disilluse da dieci mesi di lockdown e promesse, svilite da codici Ateco che non le raggruppano in quel meraviglioso mondo che è il turismo, queste agenzie di viaggi in associazione in partecipazione osservano in una indefinita zona grigia l’evolversi degli eventi senza poter fare nulla.Tendiamo a tutti, associazioni, network e colleghi, una mano virtuale. Per chiedere ancora una volta unione e collaborazione. Siamo coscienti di quanto il momento sia tragico per tutti e siamo più che pronti a lottare non solo per noi, ma per tutti noi agenti di viaggi.Chissà che alla fine di questo anno non ci si possa rincontrare sull’isola che non c’è, quel luogo un po’ speciale solo “nostro” che si chiama turismo.