by Roberta Moncada | 5 Novembre 2021 11:00
L’ora x è arrivata. Lunedì – con una sorta di “festa” organizzata a Fiumicino – decollano i primi voli leisure per gli Stati Uniti, finalmente fruibili dai turisti internazionali, italiani compresi. Ai blocchi di partenza agenzie di viaggi e tour operator. Obiettivo numero uno: risintonizzarsi sulle esigenze e i desiderata di consumatori e aspiranti viaggiatori che, in quasi due anni di pandemia, potrebbero essere mutati.
Se lo sono chiesto in molti alla Brand Usa Travel Week – manifestazione dedicata alle destinazioni americane che si è svolta nelle scorse settimane al County Hall di Londra – in particolare durante il panel dal titolo “Cosa cercano i turisti europei e inglesi?”, incentrato sul modo in cui il turismo organizzato dovrà reagire ai cambiamenti.
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Buone notizie per quanto riguarda la domanda e il sentiment generale dei consumatori: «Nel Regno Unito c’è stato un balzo in avanti nelle ricerche di viaggi negli Usa, subito dopo l’annuncio del 21 settembre – ha dichiarato Pippa Jacks, group editor di Ttg Media Uk – Molti hanno persino anticipato ad oggi i viaggi programmati per il 2022».
Dello stesso avviso Holger Jacobs, editor per il Nordamerica della rivista tedesca Fvw – TravelTalk, che sottolinea come «il sentiment generale dei consumatori sia ai livelli più alti da febbraio 2020». Quanto alle tempistiche per la programmazione, Jacobs aggiunge che un sondaggio realizzato dalla sua testata tra gli agenti di viaggi, poco dopo l’annuncio dell’apertura delle frontiere da parte dell’amministrazione americana, ha evidenziato come «il 30% della clientela fosse intenzionato a partire subito, e comunque entro il 2021. Mentre il 42%, invece, stesse chiedendo informazioni per pianificare il viaggio nel 2022».
Situazione simile in Francia, dove «il feedback dei tour operator è stato di enorme entusiasmo – dichiara Philippe Orain, direttore editoriale per le Guide di Viaggio Michelin – Nelle ultime settimane abbiamo ricevuto molte richieste da parte degli operatori per conto dei consumatori francesi. Gli Stati Uniti sono la destinazione più richiesta, pari al 60% del totale. L’aspettativa è altissima. Magari non tutti pianificano di partire subito per le vacanze di Natale, ma sicuramente molti stanno già pensando a un viaggio per il 2022».
Il tanto agognato momento del revenge traveling, sembra quindi essere arrivato. E avendo aspettato così a lungo per poter viaggiare, i consumatori cercano prima di tutto sicurezza e affidabilità.
Secondo Pippa Jacks «c’è e ci sarà sempre più un netto ritorno nelle agenzie di viaggi. Dopo tutte le problematiche che in pandemia si sono avute riguardo rimborsi, cancellazioni e cambi di programma o legislazione, le persone vogliono qualcuno su cui poter contare, che si occupi di gestire tutte le variabili dal pre al post partenza in maniera affidabile e sicura».
Care agenzie di viaggi, il mondo ha bisogno di voi[2]
«L’anno scorso, data la quasi assenza di viaggi internazionali e di lungo raggio, abbiamo visto per la prima volta che il business online e la prenotazione diretta tramite siti come Booking è andato molto meglio di adv e t.o. Nel primo anno della pandemia i viaggi organizzati hanno perso tra il 65% e l’80% – ha evidenziato Jacobs – Ora, però, vediamo una tendenza inversa, perché le persone hanno notato che se sono con t.o. e adv hanno un contatto diretto con qualcuno di davvero affidabile. In Germania, poi, l’affidabilità del turismo organizzato viene rafforzata dalla nuova legge sulla protezione dei viaggi dopo il fallimento di Thomas Cook. Sono sicuro che vedremo una rinascita dei viaggi organizzati».
Nick Hentshel, ceo di AmericanTours International, piattaforma di servizi turistici con focus sull’America, e moderatore del panel, ha sottolineato anche che «in questo momento storico, il valore aggiunto dei tour operator e delle agenzie ha un peso ancora maggiore in una serie di situazioni. Come quando si tratta di mettere insieme viaggi complessi per più destinazioni negli Usa, che hanno diverse politiche di restrizioni Covid».
E proprio le informazioni accurate e aggiornate sulle destinazioni, saranno l’asset principale su cui agenti di viaggi e tour operator dovranno puntare per conquistare fette di mercato.
«Dopo tutto questo tempo di attesa, il prezzo non sarà un problema per i futuri viaggiatori – ha aggiunto Orain – Chi va negli Stati Uniti vuole sapere quali sono le novità. I professionisti del turismo dovranno quindi assicurarsi di essere in grado di informare a dovere sia chi va per la prima volta, e magari vuole visitare California, Florida, e New York, sia chi è già stato in America diverse volte e vuole esplorare posti nuovi come Georgia e South Dakota».
In questo contesto, un ruolo importante sarà giocato dalle destinazioni stesse, che per essere competitive dovranno assicurarsi di formare e informare, prontamente, la filiera della distribuzione.
«Quando si tratta di vendita di un viaggio, fa molta differenza quanto siano sicuri gli agenti di viaggi nel consigliare una determinata destinazione, e quanto si sentano ben preparati nel rispondere alle domande – ha detto Jacks – perché vediamo che c’è un cambiamento nel mercato e i viaggiatori vogliono sempre di più prenotare tramite un’agenzia di viaggi fidata. Quindi penso che gli enti del turismo debbano davvero considerare il settore delle agenzie come il primo da formare, e che debbano assicurarsi di aggiornarlo costantemente».
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