Le campagne sull’Italia minore, supportate negli ultimi anni da ministero ed Enit, a quanto pare hanno dato i loro frutti. La conferma arriva dall’ultimo Rapporto Istat pubblicato in queste ore.
Nel 2018, l’Italia ha raggiunto il record storico di oltre 428 milioni di presenze turistiche (+1,8% rispetto al 2017), di cui più del 20% si registra proprio “nei comuni geograficamente e/o logisticamente più isolati”. Infatti, di questi, il 70% è classificato come “area interna periferica” o “ultra-periferica”.
Nonostante i limiti di accessibilità, sottolinea l’Istat, “in quelli a maggiore attrattività il turismo è un’opportunità di crescita anche sul piano demografico e sociale, tant’è che tra il 2011 e il 2017 la loro popolazione è cresciuta del 2,1% e nel periodo 2012-2016 il reddito per contribuente è aumentato del 6,5%, due punti percentuali in più della media nazionale”.
NORD VERSUS SUD. Nell’analisi dei risultati, il Rapporto rileva anche come i comuni specializzati sia in attività turistiche che culturali siano localizzati prevalentemente in Toscana, Umbria e Lazio. Una sorta di “sistema” che sembra svilupparsi solo nel centro-nord del Paese. Non accade invece al sud, dove i comuni specializzati sono tendenzialmente sparsi sul territorio, disegnando geografie polverizzate.
OVERTOURISM E RIFIUTI. Altra postilla riguarda gli effetti negativi della cosiddetta “pressione turistica”. Nel 2017, ben il 58,2% delle presenze si concentrava in sole cinque regioni (Veneto, Trentino-Alto Adige, Toscana, Emilia Romagna e Lombardia), con il 40,6% delle notti nelle strutture ricettive di soli 50 comuni.
Detto ciò, a livello nazionale, il movimento turistico ha prodotto circa 9 kg di rifiuti pro capite all’anno, ma nelle regioni che hanno una maggiore pressione turistica questo valore risulta molto più elevato, arrivando a circa 100 kg pro capite nella provincia di Bolzano e a 70 kg nella provincia di Trento e in Valle d’Aosta.
SPESA SOTTO LA LENTE DI BANKITALIA. Guardando invece alla spesa dei turisti in Italia, entra in gioco la Banca d’Italia con la sua indagine. Nel 2018 questa voce è cresciuta del 6,5% raggiungendo quasi 42 miliardi di euro. Una cifra sostenuta dai visitatori provenienti dall’Europa e dal Nord America.
È cresciuta invece solo del 3,8% la spesa dei viaggiatori italiani all’estero.