Rivolta degli ombrelloni: al via la protesta dei balneari
Ombrelloni chiusi: i balneari scendono in…spiaggia e dal 9 agosto daranno vita a una mobilitazione significativa sugli arenili.
È la prova di forza decisa da Fiba Confesercenti, come spiega il suo presidente Maurizio Rustignoli: «È doveroso dare un segnale, e noi lo diamo in senso propositivo. La nostra azione non è un attacco, ma un appello affinché il governo intervenga per evitare lo stato di confusione che si sta generando nel comparto balneare italiano e, ancora di più, nelle famiglie e nelle imprese che hanno investito e creduto in un regime legislativo che riconosceva dei diritti che oggi non ci sono più. Stiamo programmando una serie di iniziative volte a sensibilizzare il governo sulla grave incertezza che affligge il settore balneare. La prima è prevista per il 9 agosto, e attueremo azioni simboliche come l’apertura ritardata degli ombrelloni. È un’iniziativa aperta a tutte le imprese balneari e a tutte le sigle sindacali, che invitiamo a partecipare. Non è una questione di bandiera, ma di ottenere un’attenzione concreta sulla grave situazione che stiamo vivendo noi come imprese e come famiglie».
Lo stato di confusione e l’assordante silenzio del governo Meloni per i balneari di Confesercenti è inaccettabile: «L’errore che si fa è pensare che vada in evidenza pubblica un pezzo di spiaggia – osserva Rustignoli – Mentre invece si mette all’asta l’offerta turistica balneare italiana: una cosa ben diversa. Lo diciamo con chiarezza: non vogliamo eludere i principi europei, ma non siamo neanche disponibili a far espropriare le nostre imprese. È fondamentale decretare i principi che riconoscono il valore aziendale di queste imprese e il diritto a una prelazione, come è stato riconosciuto in Portogallo. Riteniamo dunque indispensabile un intervento urgente per mettere ordine nel settore. La confusione attuale, che vede regole disomogenee a macchia di leopardo, non può continuare. È necessario un riordino normativo che rispetti i principi europei senza espropriare le nostre aziende. Ci scusiamo con i nostri clienti per eventuali disagi, ma crediamo che questo momento di attenzione sia fondamentale per garantire il futuro delle nostre imprese e dell’offerta turistica balneare italiana. Chiediamo al governo di intervenire subito per evitare ulteriori incertezze e per riconoscere il valore degli investimenti e dei sacrifici fatti dalle nostre imprese».
In campo anche il Sindacato Italiano Balneari (Sib) aderente a Fipe Confcommercio. «Abbiamo deciso che venerdì 9 agosto apriremo gli ombrelloni alle ore 9,30 se il governo e il Parlamento avranno ultimato i propri lavori senza alcun intervento legislativo per la categoria – dice il presidente Antonio Capacchione – Se il governo continuerà ad essere inerte, poi, lunedì 19 agosto li apriremo a partire dalle ore 10,30. Per quelle aziende che non hanno gli ombrelloni ma tende o altre forme di ombreggio, il ritardo riguarderà l’allestimento delle attrezzature di spiaggia: lettini e sdraio. Riteniamo che questa possa essere una iniziativa che abbia la massima efficacia con il minimo di disagio per la clientela. L’8 agosto, poi, comunicheremo ai clienti le ragioni della nostra protesta con volantini, manifesti e la lettura di un comunicato tramite gli altoparlanti. Saranno possibili anche altre forme di mobilitazione con le quali manifestare la nostra protesta».
Non è stato «emanato alcun provvedimento legislativo chiarificatore che salvaguardi la balneazione attrezzata italiana tutelando il nostro lavoro e le nostre aziende – prosegue – Sono rimasti inascoltati tutti gli appelli provenienti non solo da noi, ma anche da Comuni e Regioni di ogni orientamento politico. La messa a gara delle nostre aziende non è una eventualità ma una realtà, lo hanno già fatto decine di Comuni senza direttive legislative e con modalità diverse, perlopiù in assenza di alcuna tutela dei concessionari attualmente operanti. È lo scenario peggiore che gli imprenditori balneari potessero avere. Di fronte a tutto questo è impossibile restare in silenzio, ma doveroso protestare. Nell’interesse non solo delle nostre famiglie, ma anche del Paese che ha la necessità di salvaguardare un modello di balneazione attrezzata efficiente e di successo. È una iniziativa doverosa di fronte a una irresponsabile e sconcertante fuga dalle proprie responsabilità della politica e del governo, nessun esponente politico, infatti, ha contestato che si tratti di un’azione sindacale ampiamente giustificata».