Rivoluzione affitti brevi: cosa cambierà da settembre

Rivoluzione affitti brevi: cosa cambierà da settembre
09 Agosto 07:00 2024 Stampa questo articolo

Il dado è tratto: il “Cin Day” degli affitti brevi sarà il 1º settembre. Il ministero del Turismo è infatti intenzionato a rendere obbligatorio il Codice identificativo nazionale (Cin) entro questa data, senza proroghe per tutte quelle strutture per le quali viene stipulato un contratto di locazione breve inferiore ai 30 giorni. E sarà anche il giorno in cui scatterà la nuova fase  che prevede l’attivazione a pieno regime della piattaforma del Mitur con la riconversione dei Codici regionali in nazionali.

A oggi sono 11 le regioni che hanno già finalizzato la “migrazione”: Abruzzo, Calabria, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Provincia autonoma di Bolzano, Puglia, Sardegna, Sicilia e Veneto. Su 267mila strutture registrate sono stati rilasciati circa 20mila Cin, di cui circa 6mila solo in Puglia e 3mila nelle isole. La sperimentazione proseguirà a ritmi serrati per tutto il mese di agosto e interesserà tutte le rimanenti regioni, vale a dire Lazio, Toscana, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Piemonte, Campania, Val d’Aosta, Basilicata e la provincia autonoma di Trento.

LA FASE DEI CIN PROVVISORI

Ma il processo di “migrazione” tra le regioni e la piattaforma nazionale è delicato e non certo automatico. Avviata la sperimentazione su base regionale, l’utente e gestore dell’affitto breve riceve un Cin provvisorio che, una volta a regime la banca dati nazionale, diventa definitivo solo a seguito dell’inoltro di una specifica comunicazione del Mitur. Si tratta di una procedura obbligata perché purtroppo – come spiegano i tecnici del ministero – i database delle regioni sono diversi tra loro e l’interoperabilità richiede una breve fase transitoria di almeno tre, quattro settimane.

LE SANZIONI PREVISTE PER STRUTTURE SPROVVISTE DI CIN

Entro settembre tutte le strutture dovranno adeguarsi e, una volta a regime la piattaforma, scatteranno i controlli che dovrebbero interessare oltre 500mila strutture, secondo quanto risulta a oggi dalle analisi incrociate di Mitur e Agenzia delle Entrate. Il quadro sanzionatorio è ben definito: in caso di mancata esposizione del Cin, le multe varieranno da 500 a 5.000 euro, oltre alla immediata rimozione dell’annuncio. La stessa multa è prevista in caso di mancata indicazione sugli annunci dei portali di intermediazione e sul proprio sito web. Le principali piattaforme di riferimento, Airbnb e Booking, si sono già impegnate con il governo italiano a non pubblicizzare più quelle strutture che non avranno esposto il proprio Cin.

CIN E ALTRI OBBLIGHI PER I GESTORI DELLE STRUTTURE

Per richiedere il Cin si deve accedere alla Banca dati delle strutture ricettive (Bdsr) a questo indirizzo online con lo Spid ed effettuare la richiesta. Tutti coloro che sono già in possesso di un Codice regionale avranno 30 giorni di tempo a partire dall’avvio della piattaforma nazionale per richiedere il Codice nazionale.

Riguardo poi l’attività operativa vera e propria  per gli affitti brevi, entro le 24 ore dall’arrivo degli ospiti, i gestori delle strutture di locazioni turistiche brevi devono comunicare alle questure competenti le generalità degli ospiti, attraverso il caricamento dei dati sul sito della questura, sezione alloggiati.web.

Nel caso di impossibilità di caricamento, si deve procedere a un’apposita comunicazione tramite Pec sempre alla questura.

Inoltre, gli immobili destinati a uso di locazione turistica breve devono essere muniti di dispositivi per la rilevazione di gas, nonché di estintori portatili a norma di legge. Per le strutture ricettive gestite in forma imprenditoriale (fino a 4 immobili non è gestione imprenditoriale, ndr) c’è anche l’obbligo di requisiti di sicurezza degli impianti prescritti dalle normative statale e regionale.

LE IMPOSTE PREVISTE PER GLI AFFITTI BREVI

Riguardo agli obblighi fiscali, il proprietario di un immobile destinato a locazione turistica breve può optare tra la cedolare secca e la tassa ordinaria Irpef (aliquota marginale del proprietario dell’immobile con riduzione forfettaria del 5%). La cedolare secca – quasi sempre la più conveniente se si tratta di un solo immobile – è fissata al 21% sui proventi dell’affitto breve. Se invece gli immobili sono da 2 a 4 si paga il 21% su quello che incassano i canoni più alti e il 26% su tutti gli altri.

LE TEMPISTICHE PER LA PIATTAFORMA NAZIONALE

In base all’agenda confermata dai tecnici del Mitur, ai primi di settembre sarà pubblicato l’avviso di entrata in funzione della piattaforma nazionale, che sarà poi pienamente operativa entro 2 mesi e quindi sicuramente per la fine dell’anno. Le strutture ricettive avranno a disposizione, sempre a partire dal 1º settembre, 4 mesi complessivi per mettersi in regola con il proprio Cin. Mentre per i controlli e le relative sanzioni, la data di avvio operativo dei monitoraggi è prevista per gli inizi del 2025.

Nel confermare le tempistiche, il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, ha dichiarato: «Si tratta di un’operazione davvero epocale, poiché si devono allineare 19 Regioni e due Province autonome che hanno seguito nel tempo logiche normative e tecnologiche differenziate. Ma ci stiamo riuscendo grazie a una collaborazione eccezionale e a uno sforzo importante del ministero per non lasciare nessuno indietro. Le Regioni, dal canto loro, hanno capito l’importanza del Cin, su cui ci siamo impegnati tanto per far emergere l’abusivismo e innalzare la qualità offerta nella tutela del consumatore».

  Articolo "taggato" come:
  Categorie

L'Autore

Andrea Lovelock
Andrea Lovelock

Guarda altri articoli