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Rivoluzione cinese: ingresso
senza visto dall’Italia

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Una notizia storica e dal “sapore vagamente rivoluzionario”, confermata dalla Farnesina a L’Agenzia di Viaggi Magazine: la Cina ha deciso di avvicinarsi ancora di più all’Italia, estendendo anche al nostro Paese la politica di esenzione dal visto unilaterale ai titolari di passaporto ordinario, che riguarda sei Paesi: gli altri cinque sono Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna e Malesia. «Per ora – precisa comunque il ministero degli Esteri è una misura che ci è stata anticipata dalla Cina in via informale, confermiamo i contatti, ma finora non c’è stata alcuna  “formalizzazione“, che dovrebbe comunque avvenire a breve, così come le indicazioni sono state univoche».

Il provvedimento, attivo in via sperimentale dal primo dicembre 2023 al 30 novembre 2024, è stato comunque annunciato venerdì 24 novembre direttamente dalla portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning: l’obiettivo, ha spiegato, è facilitare i servizi di mobilità dei cittadini cinesi e stranieri e favorire un’apertura di alto livello.

Per un anno, dunque, non avranno bisogno del visto le persone in possesso di passaporto ordinario dei Paesi indicati, che si recheranno in Cina, per un massimo di 15 giorni, per attività imprenditoriali, turismo, visita a parenti e amici.

L’annuncio di Pechino è stato commentato dal bug player asiatico Trip.com, che già registra un trend positivo nei viaggi dall’Europa verso la Cina. «Siamo entusiasti di fronte a questo cambiamento radicale di politica – spiega il general manager Trip.com Europe, Andy Washington – Questa mossa storica semplifica il processo di viaggio e apre nuove strade per lo scambio e l’esplorazione culturale. Abbiamo creato pacchetti di viaggio speciali su misura per i cittadini di questi Paesi.  Sfruttando la vasta rete di partner in Cina e la conoscenza approfondita del mercato localo, possiamo essere un ponte che collega i turisti europei alle diverse esperienze del Paese».

Comunque la si veda, insomma, la decisione sul visto rappresenta un punto di svolta, tenendo conto del pensiero comune sulla Cina, peraltro l’ultimo Stato, l’8 gennaio 2023, a riaprire le frontiere nel post Covid. Da sempre considerato un Paese di complicata lettura e difficilmente permeabile, la Cina compie invece un passo in avanti imprevisto, poco pronosticabile. Come, del resto, è nelle abitudini di Pechino. In fin dei conti, anche questa è una “rivoluzione culturale”.

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