Roma, task force per rimuovere le key box fuorilegge
Dal Viminale a Firenze, dalla banda Robin Hood alla Roma in pieno Giubileo. La crociata contro le key box coinvolge anche il Campidoglio, che ha addirittura allestito una task force per sbaragliare il nemico e minaccia multe ai condomini.
D’ora in poi non si scherza più, avverte in un’intervista a Repubblica Alessandro Onorato, assessore capitolino al Turismo: «Attaccare lucchetti ovunque è un’offesa per la città che deve finire ora. Li toglieremo per tutelare la bellezza e il decoro di Roma, a costo di farlo personalmente uno a uno, superando tutte le pastoie burocratiche. La giunta Gualtieri vuole mettere fine a questa brutta storia durata fin troppo. Abbiamo organizzato una task force di 30 giorni consecutivi con 20 agenti della Polizia di Roma Capitale e 15 operai, che staccheranno uno a uno le key box che sugli spazi pubblici violano l’articolo 4 lettera G del Regolamento di Polizia locale».
Per quanto riguarda quelle su spazi privati, precisa Onorato, «abbiamo fatto una scoperta incredibile: nessun alloggio tra quelli delle zone della Carta della qualità, da Monti al Celio, da Campo de Fiori a Coppedè, ha mai chiesto l’autorizzazione per apporre le key box su spazi privati che affacciano su suolo pubblico, né alla Sovrintendenza comunale e né alla Soprintendenza statale per gli edifici nel sito Unesco. Quindi multeremo direttamente il condominio, se la Polizia non riuscirà a risalire alla proprietà della scatolina, sempre utilizzando il regolamento».
Scrivendo un’email all’indirizzo [email protected], spiega Onorato, «i cittadini potranno collaborare e segnalare. Insieme possiamo fare di più per Roma».
Poi un attacco al governo Meloni: «L’apertura indiscriminata voluta dall’esecutivo sulle case vacanze ha un motivo chiaramente elettorale: ingraziarsi i proprietari di queste strutture. A gennaio, però, per la prima volta, l’occupazione media vira sul segno meno. Perché il Giubileo non è un Eldorado turistico e perché ci sono davvero troppe strutture. Così, per la troppa concorrenza, i gestori dovranno abbassare i prezzi e quindi ci sarà meno qualità nel servizio. E poi naturalmente queste strutture distruggono il tessuto urbano, il miraggio di poter trovare un appartamento per fini abitativi e uccidono la residenzialità nei quartieri del centro».