by Andrea Lovelock | 21 Febbraio 2025 14:06
Alla fine il “salvagente” nella rottamazione quater è arrivato davvero: la Camera ha approvato con il voto finale di conversione sul Milleproroghe[1] (165 voti a favore, 105 contrari e 3 astenuti) il salvataggio per circa mezzo milione di contribuenti che avevano aderito all’edizione quater della sanatoria per le vecchie cartelle ma che poi non avevano versato una o più rate.
Ma la modifica apportata al Milleproroghe contiene quello che molti tecnici definiscono un vero e proprio paradosso: per chi ha sempre rispettato tutte le scadenze della sanatoria finora e dovesse saltare la rata di fine mese che slitta al 5 marzo (per i cinque giorni di tolleranza sempre concessi) non ci sarà alcuna possibilità di rientro e sarà costretto a ripagare tutto il debito residuo con le nuove sanzioni.
Mentre nel provvedimento approvato alla Camera non c’è traccia dell’attesa proroga per le adesioni all’edizione del 2025-2026 del concordato preventivo biennale[2] per le partite Iva. Inizialmente questa misura era contenuta proprio nell’emendamento sul ripescaggio dei decaduti della rottamazione, ma il differimento della scadenza dall’attuale 31 luglio al 30 settembre è stata stralciata dalla riformulazione del testo poi votato dopo le proteste sollevate dalle opposizioni.
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