Ryanair ha avviato le procedure per chiudere la sua base di Eindhoven, dove ha posizionati 4 aeromobili, ma in una nota ha evidenziato che “la maggior parte delle rotte da e per la città olandese proseguiranno con aeromobili provenienti da altri Paesi”. Le motivazioni vanno cercate nella recente sentenza della corte olandese che aveva proibito a Ryanair di dislocare piloti e assistenti di volo della base su altri hub contro la loro volontà.
La mossa della low cost irlandese di spostare i dipendenti sarebbe stata una diretta conseguenza degli scioperi avvenuti nelle scorse settimane che hanno coinvolto 16 dei circa 50 piloti che operano su Eindhoven. L’annuncio della chiusura è stato fatto a margine di una presentazione al ribasso delle stime per il 2019: secondo la compagnia, i profitti totali saranno 1,25 miliardi di euro e non 1,35 miliardi, come inizialmente previsto.
«Due recenti scioperi coordinati da parte del personale di bordo e dei piloti di cinque paesi dell’Ue (Portogallo, Germania, Spagna, Belgio e Olanda, ndr) hanno avuto influenza sul numero di passeggeri, sulle prenotazioni e sui rendimenti – ha spiegato l’amministratore delegato, Michael O’Leary – e la fiducia dei clienti, le prenotazioni e le tariffe sono state colpite in quei cinque paesi dove sono stati messi in atto scioperi inutili». Con queste motivazioni ufficiali, quindi, Ryanair ha deciso di chiudere Eindhoven e starebbe pensando di fare lo stesso con altri due scali tedeschi.
Ora non è ancora chiaro quale sarà la sorte per i circa 16 piloti e 150 membri dell’equipaggio che hanno sede a Eindhoven. La compagnia aerea offre 155 voli da Eindhoven a settimana e se la base sarà chiusa scenderà a circa 130.
Il sindacato dei piloti VNV, che ha sostenuto lo sciopero della scorsa settimana, ha dichiarato di non essere rimasto colpito dal “clima di terrore” instaurato da Ryanair, e ritiene tale decisione priva di senso poiché la compagnia rimane comunque focalizzata sull’espansione nei Paesi Bassi.