Aumentano le rotte e si confermano gli investimenti sull’Italia da parte di Ryanair, la compagnia low cost che ha presentato l’operativo invernale con cinque nuove rotte su Bergamo, che rappresenta ormai il suo hub italiano con i 21 aeromobili in base. Con Baden-Baden, Francoforte, Lodz, Madeira e Newcastle, sono oltre 120 gli aeroporti collegati con l’aeroporto lombardo.
Nei prossimi anni, sono previsti ben 3 miliardi di dollari d’investimento nei soli aeroporti milanesi di Bergamo-Orio al Serio e di Malpensa. «Non vediamo l’ora di lavorare con il nuovo governo che uscirà dalle imminenti elezioni per far crescere insieme il turismo italiano». Così Michael O’Leary, patron della compagnia, durante l’incontro con la stampa italiana tenuto a Milano, durante il quale ha mostrato entusiasmo per la crescita della compagnia, senza nascondere che l’estate trascorsa sia stata difficile per i problemi riscontrati in molti aeroporti europei e per gli aumenti dei costi su tutti i fronti.
Aumenti che hanno costretto a una riduzione dei margini e incideranno anche sull’attività dei prossimi mesi o forse anni.«Noi continuiamo ad avere i prezzi più bassi – ha detto O’Leary – e anche se dovremo ritoccare un po’ i prezzi saremo sempre più competitivi rispetto alle altre compagnie aeree che operano in Europa e ancora più viaggiatori finiranno con il preferire un volo low cost. Inoltre, abbiamo già acquistato il carburante che ci servirà fino al 2023 a circa 64 dollari al barile».
Ci sono, poi, problemi che non hanno niente a che vedere con le contingenze internazionali ma nascono molto più da vicino alla società. A cominciare dalle agitazioni sindacali, che hanno visto già uno sciopero realizzato lo scorso luglio e un altro proclamato proprio per il prossimo 1° ottobre. «Non abbiamo cancellato alcun volo a luglio e non prevediamo di cancellarne alcuno perché a proclamare questo sciopero è una sigla sindacale che tra i nostri dipendenti non ha alcun peso. Parliamo di poche unità», ha spiegato O’Leary.
Altre difficoltà possono sorgere a Roma, dove per l’aeroporto di Ciampino, quello preferito da Ryanair, si continua a parlare di chiusura al traffico civile. «Non ci sono molte alternative – ha risposto O’Leary a una domanda de L’Agenzia di Viaggi Magazine – perché Fiumicino è un aeroporto molto costoso e anche complicato. A differenza di Milano, che può contare su tre scali. Quello di Ciampino è, invece, un aeroporto soprattutto militare. E sono questi voli che provocano le proteste per i rumori che disturbano la popolazione, soprattutto la notte. Tanti poi se la prendono con Ryanair. Ma noi non voliamo mai prima delle 6.30 e dopo le 23.00».