Dopo 8 mesi di trattative c’è l’intesa tra Ryanair e Anpac: è stato firmato, infatti, il primo contratto collettivo di lavoro per i piloti in Italia della compagnia low cost. Il testo, redatto in lingua inglese è già stato votato dai piloti che lo hanno approvato con il 72% di sì. In queste ore intanto sono in corso anche i negoziati per il contratto collettivo nazionale degli assistenti di volo a cui partecipano anche Anpav e Fit-Cisl.
«Questo contratto segue uno simile firmato con i nostri piloti irlandesi qualche giorno fa. Abbiamo invitato il sindacato britannico, tedesco e spagnolo a un incontro nei prossimi giorni per negoziare e, speriamo di concordare contratti simili in questi altri mercati», ha commentato Eddie Wilson, chief people officer di Ryanair.
Per l’Anpac si tratta di «un avvenimento storico per il vettore irlandese in quanto il contratto collettivo di lavoro di diritto italiano sottoscritto è anche il primo contratto collettivo di lavoro del personale navigante di Ryanair siglato in Europa. La compagnia ha riconosciuto ai propri dipendenti quanto previsto dall’ordinamento nazionale italiano». Così Ryanair riconosce ai propri dipendenti anche quanto previsto in Italia in termini di Tfr attraverso l’introduzione di Fondaereo, un fondo previdenziale complementare contrattuale, della contribuzione a Sanivolo, cassa di assistenza sanitaria integrativa, del pagamento dei contributi previdenziali e del riconoscimento pieno delle tutele sociali per maternità e paternità.
Il percorso, prosegue la sigla, necessita in ogni caso di ulteriori azioni sul piano fiscale che dovranno essere implementate nel breve termine, anche con l’intervento del governo italiano, attraverso il ministero dell’Economia e di quello dei Trasporti, «per finalizzare il versamento dei prelievi fiscali da parte Ryanair in Italia al contrario di quanto avviene oggi, a causa dell’applicazione dell’accordo bilaterale Italia-Irlanda, che obbliga il vettore guidato da Michael O’Leary al versamento all’Irlanda dei prelievi fiscali fatti ai dipendenti che operano in Italia».