Ryanair, la promessa trade di Bolla

Ryanair, la promessa trade di Bolla
06 Maggio 11:30 2022 Stampa questo articolo

Non vogliono perdere la loro identità di compagnia simbolo del low cost, ma il rapporto con le agenzie di viaggi potrebbe cambiare. Lo dice il nuovo country manager per l’Italia di Ryanair, Mauro Bolla. Un ruolo che non esisteva fino a quattro mesi fa, quando l’incarico è stato affidato a lui.

«Sicuramente ci saranno delle novità a breve – ha dichiarato Bolla – ma già adesso c’è una percezione del rapporto tra la società e il canale distributivo che non corrisponde alla realtà. Perché le agenzie di viaggi lavorano con noi per i gruppi, utilizzando con soddisfazione, da quel che mi dicono, la nostra piattaforma. Inoltre, siamo entrati di recente in due gds (Sabre e Travelport, ndr) e stiamo valutando altre opzioni analoghe. È certo che potremo fare di più, e faremo di più, ma è sbagliato dire che non c’è collaborazione con le agenzie di viaggi».

Ma per Bolla l’immagine di Ryanair in Italia non è del tutto fedele alla realtà anche sotto altri aspetti. La stessa identità nazionale della compagnia, che oggi è la prima in Italia per numero di passeggeri e per presenza strutturale, con 17 basi e 29 aeroporti, ma soprattutto 3mila dipendenti e una stima di 40mila addetti per l’indotto.

«Siamo sicuramente la compagnia di riferimento in Italia, che è oggi il secondo Paese per numero di passeggeri. Ma questo è anche l’unico Paese che prevede una tassa su ogni passeggero in partenza: 6,50 euro di cosiddetta addizionale municipale. Dei quali, peraltro, i municipi ricevono solo 10 centesimi. E questa cifra, apparentemente poco significativa, pesa molto sulle politiche commerciali. A parte la considerazione sull’entità complessiva, ovvero 500 milioni di euro all’anno, su un biglietto da 20 euro pesano molto. E un biglietto più caro significa anche che qualcuno rinuncia a un viaggio. Siamo sicuri che senza questa addizionale potremmo far volare più aerei e assumere più persone».

Quello che rivendica Bolla è un ruolo economico di peso nella realtà del Paese. A parte quello che definisce “il miracolo Bergamo”, dove la presenza della compagnia ha prodotto un indotto che parte dal centro commerciale confinante con l’aeroporto di Orio al Serio, pensa allo sviluppo della Sicilia, dove Ryanair vola su tutti gli aeroporti, compreso Comiso, o l’importanza raggiunta in Puglia e perfino in Piemonte.  Parlando delle prospettive, infine, Bolla si aspetta che il 2022 sia l’anno del recovery. E i dati sulle prenotazioni sembrano confermare questo ottimismo. Nonostante l’addizionale municipale.

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Giampiero Moncada
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