La nuova policy bagagli di Ryanair potrebbe avere i giorni contati. Con l’Antitrust che ha avviato un procedimento contro la compagnia irlandese, quest’ultima ha adesso nove giorni per preparare una memoria difensiva valida a spiegare le ragioni della scelta. L’accusa dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato si basa sulla possibilità che Ryanair abbia adottato “una politica commerciale scorretta”.
Tutto nasce dalla volontà della compagnia aerea di rendere a pagamento i bagagli a mano dal 1° novembre. I trolley da cabina, infatti, non saranno più gratuiti sui voli della low cost. Secondo l’Antitrust c’è un danno per i consumatori costretti a pagare un supplemento rispetto alle tariffe standard per un servizio – lo spazio per il bagaglio a mano – che è un elemento essenziale del contratto di trasporto.
«Migliaia di viaggiatori – ha detto Ivo Tarantino di Altroconsumo – ci hanno tempestato di chiamate e messaggi per protestare sul pagamento in più, non dovuto secondo la nostra organizzazione e le altre associazioni di consumatori in Europa, con cui stiamo portando Ryanair in tribunale. Insieme faremo fronte contro chi si inventa sovrapprezzi a servizi già pagati, speculando sulle spalle di chi viaggia», riporta Il Sole 24 Ore.
Il procedimento dell’Antitrust riguarderebbe anche Wizz Air, che aveva seguito la scelta di Ryanair sul pagamento dei bagagli a mano.
RISARCIMENTI DELLA DISCORDIA. Intanto, è arrivata la replica di Ryanair alla commissaria Ue Vera Jourová, in merito alle procedure fissate dal vettore per la richiesta di risarcimento stabilendo lo stato irlandese come unico foro competente.
Nella nota diffusa dalla low cost si specifica che “i casi di risarcimento legati all’indennità dell’Regolamento Ue 261 (sui diritti dei passeggeri ndr) sono giudicati dai tribunali irlandesi in base a una clausola attributiva di giurisdizione che fa parte dei termini e condizioni di viaggio di Ryanair dal 2010, unicamente per proteggere i consumatori da pseudo-tutori delle loro rivalse che sempre più spesso si trattengono poi fino al 50% dell’indennizzo con il titolo di commissioni”.