Dopo gli ultimi mesi di turbolenze sindacali, l’assemblea degli azionisti Ryanair conferma la fiducia al top management e rigetta le provocazioni dell’associazione britannica dei piloti, Balpa, che avevano chiesto con una lettera la testa del ceo Michael O’Leary e del presidente David Bonderman.
Non c’erano molti dubbi sulla riconferma di O’Leary che, nonostante le critiche subite per la gestione dei rapporti con i dipendenti, portava in assemblea risultati finanziari lusinghieri. Prima le dimissioni di due consiglieri (Charlie McCreevy e Declan McKeon) e l’annuncio del mega sciopero europeo del 28 settembre, poi le accuse lanciate da Balpa avevano però caricato di tensione la voglia dell’annuale assemblea degli azionisti.
È filato tutto liscio, invece, con Michael O’Leary che è stato rinominato in cda con un assenso pari al 98,5% dei voti e gli azionisti che hanno approvato tutte le risoluzioni a larga maggioranza. Nonostante la fiducia, però, O’Leary in conferenza stampa ha raccontato ai giornalisti che non pensa di proseguire la sua avventura in Ryanair per altri 5 anni. Il contratto quinquennale del manager è in scadenza nel 2019, ma secondo quanto riportato dal giornale spagnolo Preferente, il ceo non è sicuro di voler firmare un accordo così lungo e starebbe pensando di rinnovare solo per altri 24-36 mesi.
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Dubbi, invece, sulla riconferma del presidente. David Bonderman, presidente di Ryanair, è stato rieletto nel consiglio di amministrazione con solo il 70,5%, mentre l’anno scorso aveva ottenuto l’89,1% dei voti. Nei pressi di Dublino, nelle sale di un hotel di Gormanston che ha ospitato la plenaria, circa un azionista su tre non ha rinnovato la fiducia a Bonderman.
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L’associazione britannica dei piloti, poche ore prima dell’assemblea, aveva inviato una lettera in cui definiva “intimidatorie e antagonistiche” le azioni del duo O’Leary-Bonderman rispetto ai rapporti con i dipendenti e ne chiedeva la sfiducia da parte degli azionisti.