Ryanair ricatta l’Italia: «Meno tasse, sennò via da Roma»
Esplicita minaccia di Ryanair che nel pressing sull’abolizione delle addizionali comunali prende ora di mira Roma, minacciando di rinunciare a questa piazza per i costi resi proibitivi dalle gabelle comunali.
La nuova requisitoria sulla Capitale viene da Eddie Wilson, ceo della low cost irlandese, in occasione della prima delle due conferenze stampa di oggi in Italia, a Milano e Roma: «Se non si interviene sui costi, la capitale italiana diventerà sempre meno rilevante dal punto di vista dell’aviazione, perché le compagnie aeree decideranno di non investire nella sua crescita. E quando non si cresce, le tariffe aumentano e questo non è un bene».
Sul banco degli imputati, ancora una volta, ci sono gli amministratori locali di Roma e le insostenibili tasse aeroportuali. Rispondendo a una domanda sul possibile potenziamento di voli su Roma in occasione del Giubileo, Wilson replica seccamente: «Vorremmo fare qualcosa, ma gli aeroporti capitolini hanno due problemi: lo scalo di Ciampino ha delle limitazioni che dovrebbero essere rimosse, mentre Fiumicino è troppo costoso. E lo sta diventando sempre di più. Non siamo obbligati a volare su Roma e non siamo nemmeno tenuti ad aumentare la nostra presenza».
Infatti, qualche passo in questo senso è già stato fatto: Ryanair rimuoverà uno degli aerei basati a Fiumicino (-100 milioni di dollari di investimento) per l’estate 2025 e non registrerà alcun incremento del traffico a Ciampino.
Questo vuol dire niente crescita su Roma nonostante le celebrazioni per l’anno del Giubileo, a causa del limite restrittivo imposto sui voli a Ciampino (65 voli al giorno), dell’aumento dei costi aeroportuali (+44% a Ciampino e +15% a Fiumicino entro il 2028) e della decisione regressiva del governo di aumentare ulteriormente l’addizionale municipale nei principali aeroporti italiani a partire dal primo aprile 2025 (a Roma è già più alta rispetto ad altri aeroporti italiani).
Queste politiche restrittive, secondo Ryanair, «stanno danneggiando la connettività, il turismo e i posti di lavoro in Italia, in particolare a Roma, dove è necessaria una connettività aerea potenziata per sostenere il turismo in entrata durante l’anno del Giubileo. È urgente che queste politiche vengano invertite per preservare la capacità critica per tutto l’anno, la crescita del traffico e del turismo per l’Italia e per i suoi residenti», si scrive nel comunicato stampa.
La battaglia del vettore sulla eliminazione dell’addizionale comunale – 6,50 euro su ogni passeggero – è una questione per i vertici di Ryanair, a partire dal fondatore Michael O’Leary, che mette a rischio il rapporto con l’hub romano. Nelle regioni in cui, al contrario, l’addizionale comunale è stata eliminata, come Calabria, Friuli Venezia Giulia e Abruzzo, il Gruppo è tornato a investire programmando una rete di collegamenti aerei di sicuro beneficio per il turismo di queste regioni.
Non solo attacchi, durante la conferenza milanese: il piano operativo per gli aeroporti di Milano – Bergamo e Malpensa – per l’estate 2025 conferma l’ottima partnership con il vettore. Il piano prevede: 30 aeromobili, un investimento di 3 miliardi di dollari su Bergamo e Malpensa, 156 rotte in totale, più di 2.300 di voli settimanali supportando quasi 15.000 posti di lavoro locali e trasportando 18,7 milioni di passeggeri all’anno.
Nonostante questo però, più volte il numero due di Ryanair è tornato sul tema delle tasse lanciando un appello urgente (con tanto di cartello): «Purtroppo, il governo italiano continua a limitare il potenziale di Milano e dell’Italia non abolendo la regressiva addizionale municipale», dichiara Wilson che aggiunge: «Peggio ancora, approvando il suo aumento a partire dal primo aprile 2025. Questa decisione renderà Milano e l’Italia nel suo complesso meno competitive rispetto ad altri Paesi europei, come la Polonia e la Svezia, che stanno abolendo/riducendo le tasse sull’aviazione e abbassando i costi di accesso per promuovere la crescita del traffico».
Quindi, possiamo dire, che anche su Milano cala l’ombra di una velata (non troppo) minaccia.