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Ryanair sfida il governo Meloni:
«Ridotte le rotte sulla Sardegna»

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Mentre Wizz Air dichiara di non voler indietreggiare sull’Italia, arriva da Ryanair la prima risposta ufficiale al decreto legge anti caro voli, che riguarda essenzialmente i collegamenti con le Isole. La scure si abbatte oggi sulla Sardegna, su cui la low cost irlandese ha annunciato che, nell’operativo invernale, ben 10 rotte saranno colpite da cancellazioni e riduzioni.

“Ryanair – si legge nella nota della compagnia – è costretta a ridurre dell’8% il proprio operativo per la Sardegna a seguito dell’introduzione di un decreto che fissa un limite illegale sui prezzi emanato dal governo Italiano”.

Nel dettaglio, vengono cancellati i voli Trieste-Cagliari, Bari-Alghero e Treviso-Alghero e ridotte le frequenze su altre sette rotte, compresi 6 collegamenti nazionali “essenziali” per Roma, Milano (Bergamo e Malpensa), Catania, Napoli e Venezia, oltre a Bruxelles Charleroi.

“Nonostante Ryanair e il management degli aeroporti sardi continuino a lavorare a stretto contatto per sviluppare una crescita sostanziale a sostegno della vitale connettività dell’Isola con la Penisola, oltre a sbloccare il considerevole potenziale per il turismo in entrata e la crescita regionale – questo illogico decreto ideato a Roma, che fissa un tetto illegale ai prezzi, minaccia di vanificare tutto questo”, si legge ancora nel comunicato.

Proprio dalla Sardegna, il chief commercial officer di Ryanair Jason McGuinness ha chiesto ufficialmente al governo italiano e al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, protagonista in queste ore di una serie di tavoli con i vettori, di «ritirare il decreto che impone un tetto massimo ai prezzi».

E ha poi argomentato: «I principi economici di base impongono che l’unica soluzione credibile e a lungo termine per abbassare le tariffe tra la Sardegna e la Sicilia e l’Italia continentale, sia aumentare il numero di voli offerti. È inspiegabile che il governo italiano continui a ignorarlo perseguendo invece politiche illogiche ed illegali che non fanno nulla per aumentare l’offerta di posti tra le Isole e la terraferma».

La richiesta di Ryan è, dunque, di «abrogare immediatamente questo decreto per evitare ulteriori danni irreparabili alla connettività sarda, dando invece priorità a misure che abbassino i costi di accesso e aumentino l’offerta di posti disponibili per i residenti in Sicilia e Sardegna che desiderano recarsi sulla terraferma per lavoro, visite mediche o per far visita ad amici e famiglia».

«Il governo Italiano – conclude McGuinness – ha il potere di trasformare la connettività con le Isole da un giorno all’altro eliminando l’addizionale municipale che aggiunge 6,50 euro al prezzo pagato da ogni uomo, donna e bambino che viaggia dalle Isole alla terraferma. Se l’addizionale municipale venisse abolita, Ryanair avrebbe le risorse e gli aerei per reagire immediatamente e aggiungere fino a 2 milioni di posti in più per la Sardegna e 3 milioni di posti in più per la Sicilia a partire dal 2024».

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