I passeggeri aumentano, ma concorrenza e costi operativi spingono verso il basso gli utili di Ryanair. Si è chiuso, infatti, con il più basso profitto degli ultimi quattro anni l’anno fiscale del vettore irlandese conclusosi lo scorso 31 marzo. In totale, l’utile netto ha registrato un calo del 29%, attestandosi a quota 1,02 miliardi di euro (esclusa Laudamotion). Cresce però il traffico del 7% (inclusa questa volta la ex compagnia aerea di Niki Lauda, ndr), che registra 139 milioni di passeggeri, e il load factor che aumenta di un punto percentuale, arrivando al 96%. Con il segno più anche i ricavi (+6%), che arrivano a quota 7,56 miliardi.
«La crescita di capacità sul breve raggio e l’assenza di Pasqua nel quarto trimestre ha portato un calo delle tariffe del 6%, che hanno stimolato la crescita del traffico – ha commentato i dati il ceo del vettore, Michael O’Leary – Le vendite ancillari hanno mostrato una forte performance con una crescita del 19% a 2,4 miliardi di euro, che ha portato una crescita dei ricavi del 6% a 7,6 miliardi».
In particolare, ha aggiunto il manager, «il calo dei profitti è dovuto alla forte concorrenza nel settore del trasporto aereo a corto raggio in Europa, che tira verso il basso il prezzo dei biglietti aerei per tutti gli attori». Secondo la compagnia, l’anno prossimo le cose potrebbero andare ancora peggio a causa di fattori quali la sovraccapacità, la Brexit e i ritardi nella consegna dei Boeing 737 Max. Risultato: le previsioni per il 2020 vedono un aumento del traffico dell’8%, fino a 153 milioni di passeggeri e utili compresi tra 750 e 950 milioni di euro. I dati pesano sul titolo in Borsa, che cede il 6,7%.