Costi e tasse aeroportuali e la carenza di aeromobili ridisegnano la mappa di Ryanair in Italia, che continua a crescere – anche se non tanto come vorrebbe – ma dislocando gli interessi, facendo i conti con i ritardi Boeing e lanciando i consueti appelli alle istituzioni italiane affinché contengano tasse e altre gabelle. Solo in tal caso la compagnia continuerà a investire nel nostro Paese.
A ribadirlo è Micheal O’Leary, esuberante ceo del Gruppo che fa doppietta italiana e incontra i giornalisti a Milano e a Roma, insieme a Fabrizio Francioni, nuovo head of comms Italy, e Shane Carty, Hr director Malta Air. E con la consueta verve sciorina i suoi cavalli di battaglia.
NODO RITARDI, APPELLO ALL’EUROPA
«Le tariffe Atc (Air Traffic Control, ndr) sono cresciute del 21%, ma questo – afferma – non ha impedito una stagione con ritardi da record negli aeroporti, unito a carenze del personale in aumento, non è accettabile che ci siano ritardi già nei primi slot giornalieri, non ci sono scuse per questo, chiediamo alla Commissione europea di agire ora per migliorare il servizio».
DIETROFRONT SUI PACCHETTI VACANZA
Il vulcanico manager ricalibra anche la questione dell’ipotetico debutto del vettore nel campo dei pacchetti vacanza. «Per easyJet è un buon modo per accrescere le tariffe se non possono aumentare di molto il traffico in una fase di crescita contenuta. Noi al momento siamo troppo grandi e ci evolviamo troppo in fretta. Magari tra dieci anni, quando raggiungeremo i 300 milioni di passeggeri e dunque l’incremento potrebbe stabilizzarsi, potrebbe avere un senso. Ma non ora».
Attualmente i passeggeri si attestano sui 200 milioni e, considerando i vari freni alla crescita, per l’anno prossimo la compagnia stima di non andare oltre i 250.
«PREZZI INFERIORI ALLA MEDIA»
E anche se le tariffe basse sono sempre state un mantra per Ryanair, il manager non nasconde i pensieri per il forte calo dei prezzi avvertito questa estate, «anche se temevamo di arrivare al -10%, la riduzione invece si è attestata tra il -5 e il -9%. cosa succederà quest’inverno non sappiamo dirlo, credo che vedremo ancora una tariffa inferiore alla media perché continuiamo a immettere capacità sul mercato». E parlando di tariffe, 0’Leary non fa che incoraggiare il takeover di Ita da parte di Lufthansa, «l’aumento dei prezzi previsto e lo slittamento di voli verso il feederaggio di scali esteri ci lascerà ancor più campo libero a livello domestico e internazionale».
MENO BERGAMO, PIÙ MALPENSA
In Italia il 2024 ha significato 10 miliardi di investimento per 103 aerei da 32 aeroporti, di cui 19 basi. Le rotte hanno superato quota 770, di cui 80 new entry, il che ha permesso di superare per la prima volta quota 60 milioni di passeggeri nel nostro Paese.
Da Milano Malpensa il vettore aprirà 10 nuove rotte invernali, grazie al posizionamento di un ottavo aeromobile basato qui, aumentando il traffico del 10% fino a 4,5 milioni di passeggeri. Di contro, subisce una contrazione la storica base di Bergamo-Orio al Serio, dove gli aerei basati passano da 24 a 20, con una perdita del 5% dei 20 milioni di posti e di 5 rotte.
LOTTA ALL’ADDIZIONALE MUNICIPALE
«Abbiamo scelto di investire sugli scali che hanno costi inferiori, come Trieste e Reggio Calabria, dove abbiamo dislocato rispettivamente uno e due aeromobili prima basati a Orio (e un quarto verrà spostato nella winter). Vogliamo tuttavia tornare a crescere nella summer 2025 – dichiara – È necessario dunque che Orio incentivi la crescita. I ritardi nelle consegne dei nuovi aeromobili da parte di Boeing ci frenano e ci inducono a queste mosse, insieme ai costi: in Friuli e in Calabria hanno deciso di abolire l’addizionale municipale e i risultati di crescita già si vedono, con un +50% di traffico. Ecco dunque quello che chiediamo al governo italiano: l’abolizione di tale gabella in tutti gli aeroporti italiani, la riduzione dei costi Atc, il blocco dell’aumento della tassa ambientale. Ryanair risponderebbe con un investimento di 4 miliardi di dollari in Italia, aggiungendo 40 nuovi aeromobili, portando oltre 20 milioni di passeggeri all’anno su 250 nuove rotte e 1.500 posti di lavoro».
E prospettive di crescita, lascia intendere il manager, ci sono anche al Venezia Marco Polo dove i colloqui per coprire gli slot lasciati da easyJet sono in corso e O’Leary si dice «ragionevolmente ottimista. Ma mancano gli aerei. Finché non si sbloccherà la questione dei ritardi di Boeing non potremo crescere come vogliamo».
Attualmente il vettore ha in essere un ordine di 350 Boeing 737.