«Saf, serve una legge»: il trasporto aereo fa fronte

by Andrea Lovelock | 29 Novembre 2024 10:09

Volare green costerà tanto. Ecco perché occorrono policy condivise, tra le quali primeggiano una visione integrata della produzione delle bioraffinerie per ottimizzare i costi finali dei carburanti biofuel Saf (derivanti da oli di scartino, biomasse, grassi animali), una politica di incentivi fiscali e proventi quote Ets (il sistema per lo scambio  di quote emissione di gas a effetto serra nell’Ue) da destinare alla decarbonizzazione e, infine,  progetti pilota per gli aeromobili “urban” o “regional” continuando a investire nella intermodalità (aereo+treno+bus).

È la roadmap indicata dalla Fondazione Pacta (Patto per la Decarbonizzazione del trasporto aereo) al suo terzo congresso annuale svoltosi a Roma, alla presenza di tutti i big player del settore, da Aeroporti di Roma a Eni, fino a Ita Airways. Un percorso virtuoso per abbattere le emissioni prodotte dal trasporto aereo che oggi incidono intorno al 2-3% sul totale.

Una rotta sicura condivida anche da Aeroporti di Roma: «La decarbonizzazione – ha esplicitamente dichiarato nel suo intervento l’amministratore delegato Marco Troncone – non è un’opzione, ma una responsabilità collettiva e possiamo affrontarla, come dimostrano le azioni di Pacta, con un approccio di sistema. Noi a Fiumicino e Ciampino stiamo già facendo la nostra parte e collaboreremo per una roadmap concreta verso il Net Zero[1]. Ma è anche bene chiarire che volare meno non è la soluzione e la sostenibilità non è un vincolo, bensì la chiave per un futuro più giusto, in cui ambiente e progresso sono parte della stessa visione strategica».

D’altra parte non si può pretendere dal sistema aeroportuale di fermare la sua crescita. Soprattutto quando questo polo aeroportuale si chiama Fiumicino: «Nel 2024 – ha sottolineato Troncone – chiuderemo con quasi 50 milioni di passeggeri, pari a una crescita vicina al 20% rispetto allo scorso anno e siamo lo scalo che cresce di più in Europa. Per il 2025 ci sono prospettive ancor più rosee, con una nuova crescita stimata a doppia cifra. Solo due anni fa pensavamo di poter raggiungere questo traguardo nel 2028 e invece ci siamo arrivati con tre anni di anticipo. Ma questo vuol dire anche impegnarsi nel mantenere alti standard nei servizi ai passeggeri e tutelare l’ambiente. Non a caso abbiamo servizi erogati con veicoli elettrici e stiamo adottando misure per un adeguato risparmio energetico».

Emblematico anche il commento di Troncone sulle “nozze” tra Ita e Lufthansa[2]: «L’accordo è un passaggio-chiave per dare una prospettiva sana di crescita al vettore di riferimento che è mancata in questi ultimi 15 anni. Ma sarà strategico anche per noi, in quanto potrà valorizzare Fiumicino come hub di transito. Il nostro Paese è in una posizione geografica ottimale per essere piattaforma di riferimento per tutto il Mediterraneo e location di sicuro interesse per lo sviluppo operativo di tante compagnie aeree, da quelle europee a quelle dell’Asia e del Nord America, come in parte sta già avvenendo».

Il tema della sostenibilità e del futuro Saf è stato affrontato anche da Antonino Turicchi, presidente di Ita, che ha focalizzato l’intervento sull’impegno del vettore nel trasporto green, precisando che «la questione è molto dibattuta tra le compagnie aeree, anche perché il costo del carburante incide per oltre il 30% nei bilanci di un’aerolinea. Quello che si rischia per il Saf è considerarlo una commodity, mentre va trattato in maniera diversa, in quanto non è una risorsa naturale disponibile».

«Quindi per le compagnie aeree cambia totalmente l’approccio e il Saf va trattato come un investimento – puntualizza Turicchi – Sarebbe opportuna una legge che consideri il Saf come tale e per far sì che i contratti da stipulare per l’approvvigionamento abbiano strumenti che consentano agevolazioni fiscali. Se così non fosse, man mano che si procede all’utilizzo del Saf, inevitabilmente ci sarebbe una lievitazione dei costi che si ripercuoterebbe sui prezzi dei biglietti aerei. Oggi il Saf è al 2% di utilizzo nel trasporto aereo e per portarlo al 50% serve un cambiamento strutturale e legislativo; ma è altrettanto vero che i nuovi aeromobili consumano il 25% in meno rispetto alle macchine di qualche anno fa. Vuol dire che si sta procedendo con una certa logica verso un trasporto aereo a basso impatto ambientale».

Un impatto, è bene ricordarlo, che ha un’incidenza davvero bassa in termini di riflesso sui cambiamenti climatici[3], pari a uno 0,07%. Ma tutti devono fare la loro parte e, quindi, anche il trasporto aereo è chiamato a fare la sua.

Endnotes:
  1. Net Zero: https://www.lagenziadiviaggimag.it/net-zero-summit-a-roma-tra-i-big-dellaviation-ma-la-strada-e-ancora-lunga/
  2. “nozze” tra Ita e Lufthansa: https://www.lagenziadiviaggimag.it/nozze-ita-lufthansa-verso-il-si-definitivo-dellue/
  3. cambiamenti climatici: https://www.lagenziadiviaggimag.it/il-climate-change-entra-nelle-polizze-di-viaggio/

Source URL: https://www.lagenziadiviaggimag.it/saf-serve-una-legge-il-trasporto-aereo-fa-fronte/