Il Kenya Tourism Board (Ktb) è tornato, dopo quattro anni di assenza dall’Italia, a incontrare le agenzie di viaggi romane e la stampa. Lo ha fatto il 4 giugno all’hotel Palatino per la presentazione di quello che, nelle intenzioni dell’Ente, è il new deal del turismo nel grande Paese africano.
Il Paese torna a puntare sull’Europa e sull’Italia, presentando però un Kenya diverso, più in linea con le esigenze del turista del Vecchio Continente e «Kenya is the real deal» è la nuova campagna ideata e presentata dal Ktb che veicola l’idea del nuovo turista-viaggiatore del Kenya, un turista consapevole che va oltre il mare e le spiagge di Malindi e Watamu, invase dai beach boys, e sceglie un viaggio diverso, una vera “esperienza africana”, tuffandosi non più solo nel mare, ma anche nella natura, alla scoperta dei 24 parchi nazionali e delle 15 riserve nazionali che vanno ben oltre i già noti e molto venduti safari sulle orme dei “Big five”(leoni, elefanti, rinoceronti, leopardi e bufali).
Il Kenya vuole attirare i nuovi viaggiatori in cerca di esperienze offrendo avventura e safari diversi (non a caso in swahili il termine “safari” significa “viaggio” o “avventura”), non solo fotografici, ma di ogni genere e soprattutto, il Paese vuole alzare l’asticella dell’offerta puntando a prodotti che virino sempre di più verso il segmento luxury per attrarre il turista europeo altospendente.
Politica confermata dalla dmc per la destinazione Safari & Travel con Giammarco Rosa, fondatore e ceo, presente al roadshow di Roma: «Fino al 2016 le persone venivano in Kenya solo per la costa e facevano massimo un giorno di safari, adesso la tendenza è più safari e più budget da dedicare al safari, si è passati così a 4/5 notti in safari su un viaggio di una settimana».
L’operatore ci conferma che a essere molto aumentate sono le domande per safari diversi, come quelli fotografici, ma in mongolfiera, oppure antropologici per conoscere la vita delle tribù Masai, ma anche le richieste dei servici accessori sono cresciute, legati per esempio al pernottamento, come la possibilità di dormire nei glamping, che sono comunque strutture di lusso.
«Il budget che in media gli italiani sono disposti a spendere per un safari tipo di sette notti, con circa 3 giorni di mare e gli altri in safari è di circa 3mila euro a persona, ma si può arrivare anche a 8mila scegliendo strutture di lusso, da notare che rispetto alla vicina Tanzania, il Paese è meno caro, di circa un 20% – sottolinea Rosa – Ormai anche a chi sceglie di passare qualche giorno al mare noi proponiamo spiagge oltre Malindi, come Diani, una località più da coppia che si presta bene anche per organizzare visite ed escursioni lungo la costa, o sport acquatici, l’idea è sempre quella di proporre servizi ed esperienze per un turista che non vuole più stare solo sul lettino a prendere il sole».
Il Kenya aperto al turista-viaggiatore mette sul piatto esperienze sportive, come trekking a piedi o in bicicletta, soggiorni in fattoria, sport adrenalinici e avventurosi come rafting, arrampicate e kitesurf, ma anche seminari di yoga e di meditazione nella savana.
Per attrarre un turismo di qualità, in questi ultimi anni nel Paese si è investito molto sul rinnovo delle infrastrutture, migliorando la possibilità di muoversi all’interno, oltre che con l’aereo – la Kenya Airways con base a Nairobi è la compagnia di bandiera nazionale – con jeep e pulmini, anche con il treno, come fa il nuovo collegamento che dalla capitale Nairobi raggiunge Mombasa sulla costa.
Dal 1° gennaio 2024 non è più richiesto il visto per il Kenya per i viaggiatori stranieri e questo ha sicuramente ben influito sui flussi di visitatori, peccato, però, per quanto riguarda l’Italia, la mancanza di un volo diretto.
«Al momento, per raggiungere il Kenya dal nostro Paese, si può viaggiare con Kenya Airways per Nairobi, il vettore nazionale che ha più di 40 anni di vita, in accordo con Ita, Air France o Klm via Parigi, Amsterdam, Londra con un unico biglietto, prenotabile via gds», specifica Sabrina Nicolosi di Global Gsa.