Salto del turismo nel 2024.
Bilanci e previsioni
Chiusura d’anno con almeno 8,6 milioni di presenze in più rispetto al 2019; il che significa, non solo un pieno recupero, ma un incoraggiante ripristino del trend di crescita del turismo italiano: è la stima del Centro Studi Turistici di Firenze per conto di Assoturismo. E tutto sommato anche il 2024 si apre sotto buoni auspici: le previsioni degli imprenditori per il primo trimestre suggeriscono stabilità, mentre sono 6 milioni e 837mila gli italiani in viaggio per l’Epifania.
In particolare, stando al monitoraggio dell’associazione di Confesercenti che rappresenta la filiera, sono andate molto bene le città d’arte e la montagna, mentre c’è stata una leggera frenata del balneare. Nella mappatura geografica la crescita più sostenuta si è avuta nel nord-ovest e centro Italia.
Cifre alla mano, il turismo ha registrato almeno 445,3 milioni di presenze nelle strutture ricettive, in aumento del +8,1% rispetto allo scorso anno e, per la prima volta, superiore anche al periodo antecedente la pandemia: nel 2019, infatti, le presenze turistiche erano state 436,7 milioni.
Il forte incremento dei turisti stranieri, che trainano ancora la domanda, ha contribuito in modo determinante a compiere il sorpasso sul 2019: le presenze estere segnano il +13,7% sul 2022 e in valori assoluti si attestano a oltre 228,5 milioni (220,6 milioni nel 2019).
MERCATO DOMESTICO A RILENTO
Più debole il rafforzamento del mercato italiano, che segna un aumento del +2,8% sullo scorso anno, per un totale di 216,8 milioni di pernottamenti (216 milioni nel 2019). Nello specifico, il movimento degli ospiti nelle strutture alberghiere è stato stimato in crescita del +9,3% con le presenze turistiche che si attestano a 276,2 milioni, mentre l’extralberghiero si fermerebbe al +6,1% con 169,1 milioni di pernottamenti.
Nella valutazione per macro aree regionali, sud e Isole sono quelle che chiudono l’anno con i valori di crescita più bassi: +4,4%. Si registrano, inoltre, aumenti al di sotto della media nazionale anche per il nord-est (+7%), a differenza del nord-ovest (+11,7%) e del centro (+10,4%), dove le stime riportano invece una crescita di oltre 2 punti percentuali rispetto alla media.
In generale, tutte le aree/prodotti registrano nell’insieme aumenti della domanda turistica. Al primo posto della classifica le strutture ricettive delle città/centri d’arte (+11,4%) e della montagna (+11,1%). Stime altrettanto positive emergono per le strutture attive nelle aree rurali/collina (+10,3%) e del termale (+10,2%). Buoni, inoltre, i risultati anche per le località dei laghi (+9,6%), mentre la voce “altro interesse” incassa il +9%. A frenare, come si è detto, il settore balneare: la stima riporta infatti la crescita più bassa dei flussi turistici (+3%), a causa della flessione – in particolare – della domanda italiana.
«Il recupero sul 2019 è di buon auspicio per il nuovo anno – sottolinea soddisfatta il ministro del Turismo, Daniela Santanchè – Questo deve indurci a investire sempre di più nel travel che rappresenta un forte traino per l’economia nazionale. Nuove sfide ci attendono, dalla destagionalizzazione alla digitalizzazione, passando per la formazione e la qualità dell’intera industria turistica: insieme possiamo vincerle
COME ANDRÀ IL PRIMO TRIMESTRE DELL’ANNO?
Sulle previsioni delle imprese ricettive per il primo trimestre 2024 emerge qualche elemento di incertezza: per il 59,6% degli intervistati, infatti, la prima parte dell’anno dovrebbe distinguersi per un trend di stabilità (nel primo trimestre 2023 la crescita media della domanda raggiunse il +30%). Per il 19,7%, invece, le aspettative sono di un incremento dei flussi e il 20,7% circa prevede, infine, un decremento. Gli imprenditori che hanno manifestato una preoccupazione maggiore sono quelli attivi nelle località marine e nelle aree rurali e di collina. Un po’ più di ottimismo traspare, invece, tra le imprese delle città e centri d’arte. Instabilità geopolitica, crescita economica lenta nell’area euro e inflazione condizionano ancora la ripresa per il prossimo anno.
«Dopo tre anni lunghissimi, il turismo torna finalmente a recuperare i livelli di presenze turistiche del pre pandemia – commenta Vittorio Messina, presidente di Assoturismo – grazie anche all’aumento dei turisti stranieri. La dimostrazione che la promozione sui mercati esteri è fondamentale, ma anche un segnale positivo e un buon auspicio anche per il nuovo anno. Il turismo dimostra ancora una volta la sua resilienza e capacità di essere settore trainante per l’economia di tutto il Paese, ma bisogna continuare a sostenerlo. Anche perché il recupero delle presenze rispetto al pre pandemia avviene in un contesto mutato e comunque difficile per le imprese, a partire dall’aumento del costo del denaro e dalle incertezze della domanda interna generate dall’erosione del potere d’acquisto».
EPIFANIA, 7 MILIONI IN VIAGGIO
A fronte delle incertezze previste dal Cst per il primo trimestre, la calza della Befana di Federalberghi è piena di dati positivi, chiudendo in bellezza le feste. Sei milioni e 837mila gli italiani in viaggio per l’Epifania, +32,4% rispetto a un anno fa: nel 97,1% dei casi è l’Italia la destinazione della vacanza, mentre il 2,9% preferisce mete estere. Complessivamente, nel solo periodo dell’Epifania il movimento turistico riguarda 2 milioni e 22mila italiani, 4 milioni e 141mila quelli che invece hanno programmato la vacanza lunga da Natale al 6 gennaio, in 673 mila sono già in viaggio dal periodo di Capodanno.
Per chi va in vacanza solo per l’Epifania la durata media sarà di circa 3,3 notti, con una spesa pro capite complessiva di 665 euro, di cui 645 per chi resta in Italia e 1.133 per chi sceglie l’estero. Il giro di affari specifico del weekend si attesterà su 1 miliardo e 345 milioni di euro.
«Il dato complessivo è rassicurante per il comparto – spiega il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca – Ancora una volta gli italiani mostrano di prediligere il proprio paese come destinazione ideale per le proprie vacanze ed è interessante analizzare il comportamento di fronte al progetto del viaggio. In questa circostanza legata alla Befana, l’hotel risulta essere l’alloggio preferito e, contestualmente, si tende a prenotare il soggiorno contattando direttamente la struttura. Un atteggiamento che alza l’asticella della fidelizzazione».