Tutto come previsto. La trattativa su Alitalia da parte del Gruppo Benetton continua, nonostante le smentite del caso da entrambe le parti.
«Il piano vede Atlantia entrare con il 15-20% in un primo momento, e poi un ulteriore 20% dal Mef per evitare la procedura d’infrazione della Commissione europea», mette nero su bianco il sito d’informazione Dagospia.it, che ribadisce come l’interesse principale dei 5 Stelle sia quello di non far sembrare l’operazione come uno scambio di favori in relazione alla mancata revoca della concessione del tratto autostradale che comprende il Ponte Morandi.
Non a caso, per studiare il da farsi ci sarebbero «avvocati al lavoro da entrambe le parti», magari finendo per assegnare il tratto del ponte di Genova a un altro concessionario.
DI MAIO RILANCIA. Intanto, come da copione, il governo ha deciso di prorogare al 15 giugno il termine per la presentazione dell’offerta vincolante di Ferrovie dello Stato su Alitalia, concedendo altro tempo al Gruppo guidato da Gianfranco Battisti per trovare un nuovo partner industriale – Luigi Di Maio ha recentemente smentito che verranno utilizzati altri soldi dei contribuenti oltre a quelli già concessi dal Tesoro per il prestito ponte che verrà convertito in azioni – oltre a Delta.
«Le manifestazioni d’interesse non mancano, ma ancora non si sono concretizzate in offerte formali», ha ribadito ancora pochi giorni fa il ministro dello Sviluppo economico intervistato da Massimo Giletti, sottolineando come la percentuale di azionariato da coprire nella futura newco non sia superiore al 30%.
«Presto ci sarà un consorzio», è dunque la promessa del capo dei 5S, supportata dal fatto che recentemente anche la Lega avrebbe manifestato la sua apertura all’ingresso di Atlantia nella partita.
OCCHIO A LUFTHANSA. Sullo sfondo, poi, rimane sempre la questione Lufthansa, che da sempre guarda con favore al ricco mercato italiano, e in particolare agli slot di Linate posseduti dall’ex vettore di bandiera, ma non disposta ad accollarsi un’Alitalia in bancarotta come quella attuale. Lo ha ribadito il ceo del Gruppo tedesco, Carsten Spohr, nel corso dell’assemblea degli azionisti, dicendo che l’interesse per una ristrutturazione è reale (in questo caso, gli esuberi previsti potrebbero però arrivare ad alcune migliaia), ma senza l’ombra di una presenza statale.
Addirittura, secondo quanto riportata da Milano Finanza negli scorsi giorni, i tedeschi potrebbero anche pensare a un’acquisizione in due tempi, partendo dalla maggioranza per arrivare al 100%. I partner in affiancamento dovrebbero essere però del settore, meglio se già in affari con Lufthansa.