Con una lettera aperta rivolta al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al premier, Giuseppe Conte, i vertici dell’Aig, l’Associazione Italiana Alberghi della Gioventù, lancia un accorato appello per salvare la rete di ostelli italiani che rischia il fallimento.
Nella lettera si spiega come l’ente morale di promozione sociale Aig sia incappato di recente in una procedura fallimentare cui si sta opponendo con decisione, forte anche del generale sostegno delle forze di governo, più volte palesato, e da ogni parte politica di maggioranza e opposizione, ma ancora in attesa di una definitiva via d’uscita.
“Il 2020 è stato un disastro – si evidenzia nella lettera – per tutto il comparto turistico nazionale, e anche per l’associazione si è trattato di un momento difficilissimo, destinato a non poter essere facilmente superato se non sarà effettivamente e debitamente valutato il suo insostituibile e prezioso ruolo svolto per tutto questo tempo a favore del turismo, dell’aggregazione, del sociale, della formazione, della cultura. Gli ostelli della gioventù, restano oggi di fatto la più grande catena alberghiera del nostro Paese, con strutture d’accoglienza sparse su tutto il territorio nazionale pronte a rinnovarsi per svolgere meglio il loro compito. Già negli ultimi anni, forte della sua ispirazione etica, morale, sociale e culturale, l’associazione in effetti ha posto le basi di un radicale rinnovamento e rilancio, che si era avviato a trasformare gli ostelli italiani in vere e proprie residenze culturali, con l’impegno nell’offrire ai suoi frequentatori e al territorio di riferimento degli ostelli, un nuovo riferimento nel nome e per conto della cultura, dell’arte, dello spettacolo di qualità.”
La lettera prosegue sottolineando che “Il buon funzionamento degli ostelli e la disponibilità di una buona rete sull’intero territorio potrà costituire un’opportunità anche per gli adulti e, in particolare, per le categorie svantaggiate, destinate, purtroppo, come sembra, a crescere in proporzioni senza precedenti. Oltre che, naturalmente, per il turismo straniero. L’Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù ha lavorato con entusiasmo fino ad oggi, garantendo accoglienza e ospitalità a milioni di persone, pur dovendo far fronte alle mutate esigenze del viaggiatore moderno, agli insostenibili costi della tassazione, e ad una spietata ed incontrollata concorrenza di b&b, case vacanza, case accoglienza, agriturismi, fittacamere e via dicendo, cavalcando comunque il secolo e cambiando radicalmente l’iniziale caratteristica passiva del rifugio, per assumere quella attiva di servizio. Ma sempre non tradendo lo spirito iniziale di voler favorire i rapporti tra persona e persona”.
La lettera si conclude spiegando che: “Chiudere l’Aig, lasciarla spegnersi, buttare all’aria la sua storia, la sua esperienza, la sua organizzazione, vorrebbe dire non solo procurare un danno serio e irreversibile a chi ci lavora, ma, sia ben chiaro, all’intero sistema-Paese, già a pezzi, e che da questa pandemia uscirà comunque assai malconcio, con un’economia disastrata che non dovrebbe essere, appunto, pure privata di un’imprescindibile opportunità di accoglienza e mobilità per tutti, quella assicurata da Aig per 75 anni. Per poter così tornare a muoversi e trovare pronta, cordiale ed economica accoglienza, senza dover spendere necessariamente una fortuna. Per poter tornare a incontrarsi, a confrontarsi, a progettare, a costruire sviluppo e rinascita.
La parola “fine”, sembra pendere dunque, e purtroppo, improvvisa, triste, sconcertante e assolutamente inattesa, su una storia gloriosa, importante, di pubblico servizio e utilità, con l’Italia che grazie ad Aig, e con Aig, è da sempre tra i membri qualificati della Federazione Internazionale degli Ostelli (International Youth Hostel Federation), di cui fanno parte 80 nazioni del mondo con rispettive reti nazionali, quasi tutte direttamente supportate e finanziate dai rispettivi governi, oppure sostenute con finanziamenti e agevolazioni fiscali, ma mai comunque lasciate in solitudine e a sé stesse…Oggi che la generale predisposizione al viaggio e il trasporto low cost aereo soprattutto, hanno modificato la mentalità di turisti e viaggiatori predisponendoli ad una spesa più ragionata per l’alloggio, gli ostelli sono ritornati di gran moda in ogni parte del mondo come luoghi ideali, necessari, indispensabili non solo per la giovinezza, ma per il diritto di ognuno ad incontrare, confrontare, rapportare, inventare un mondo nuovo attraverso il turismo per tutti e alla portata di tutti. Un modo, un’opportunità, una dimensione, uno stile capace di arricchire il viaggio con ulteriori preziosi elementi.”