Dalla visione dell’Aga Khan agli inevitabili passaggi nel corso dei decenni, tra il jet set e l’icona di un territorio che è diventato un brand. Nata in anni in cui i competitor si contavano sulle dita di una mano, la Costa Smeralda spegne le sessanta candeline e investe per proiettarsi ai tempi in cui la concorrenza è globale e bisogna attrarre la Generazione Z, senza perdere la connotazione esclusiva e rimanendo fedeli ai valori originari.
Era il 14 marzo del 1962 quando il principe Karim Aga Khan, insieme ad altri cinque soci – Patrick Guinnes, Felix Bigio, John Duncan Miller, Andrè Ardoin e René Podbielski – dava vita al Consorzio Costa Smeralda.
Una visione che agli albori degli anni Sessanta andava a competere con Costa Azzurra, Portofino, Capri, e che oggi, si deve evolvere per stare al passo coi tempi, ma senza snaturarsi. «I posti letto sono sempre mille, come nel 1975 – racconta Mario Ferraro, vicepresidente del Consorzio – La nostra strategia continuerà ad essere quella di preservare la sua filosofia. Non vogliamo essere una destinazione di massa, puntiamo sulla qualità, anche con la serie di regole a chi deve ristrutturare o costruire. Ovviamente il mondo cambia e con esso anche il mercato, per questo abbiamo intrapreso un percorso di differenziazione per completare l’offerta con nuovi servizi e prodotti, adeguare le infrastrutture per renderla più accessibile e gestire i volumi aumentati, insieme a digitalizzazione e sostenibilità».
E così a guidare la strategia c’è l’investimento per attirare le nuove generazioni e anche per allungare la stagione, che oggi va più o meno da aprile a fine ottobre.
LE NEW ENTRY
Intanto, questa estate vedrà il Cala di Volpe interamente ristrutturato e con un nuovo beach club, mentre la riconversione del vecchio Cervo Tennis vedrà l’arrivo del ristorante Zuma e nei due anni a seguire la realizzazione di un hotel lifestyle, componente che mancava, con un brand ancora da svelare. E a proposito di brand, ancora per quest’anno i 4 hotel esistenti sono nell’orbita Marriott ma il consorzio sta facendo considerazioni su come brandizzarli in futuro, «La decisione è rimandata alla fine del prossimo inverno».
LE SFIDE
Non mancano le sfide, la pressione inflazionistica ha fatto aumentare di ben il 60 per cento la bolletta energetica. «Abbiamo aumentato le tariffe, un po’ per compensare gli effetti inflazionistici un po’ per l’aumento di domanda. Tuttavia una sfida oggi per il settore è mantenere i margini di profitto pre-pandemici. Negli ultimi due anni abbiamo imparato a essere più efficienti. Nel 2019 abbiamo messo a segno 106 milioni di fatturato e 35 milioni di Ebitda e prevediamo un leggero aumento quest’anno, di circa 2 milioni sul fatturato, mentre l’Ebitda dovrebbe arrivare a circa 36 milioni di euro». E la stagione, afferma il manager, si avvia ad essere «la migliore di sempre», con l’inevitabile assenza del mercato di area russa non solo compensata ma anche superata da italiani, europei e dal ritorno degli americani.
GLI EVENTI DEI SESSANTA ANNI
Intanto il traguardo dei sessant’anni ha visto la distribuzione di materiali promozionali con il logo del 60esimo a tutte le boutique consorziate di Porto Cervo, oltre alle decorazioni floreali del centro e il numero 60 in ferro battuto posizionato sulle pietre di ingresso Costa Smeralda.
A questo si aggiungono una mostra di 50 fotografie storiche della Costa Smeralda nelle vetrine degli esercizi commerciali e una seconda mostra di 30 copertine dei quarant’anni di pubblicazione del Costa Smeralda Magazine che coinvolgerà diverse aree di Porto Cervo.
Per quanto riguarda gli eventi da luglio a settembre avranno luogo concerti, presentazioni di libri, talk show giornalistici, feste popolari e diversi eventi per i più piccoli. Da segnalare Le Voci della Lirica Internazionale, Amii Stewart ad agosto tra gli ospiti della serata di celebrazione della festa dei 60 anni, nella piazzetta principale di Porto Cervo, e Aka7 e Myss Keta per i più giovani.