by Andrea Lovelock | 28 Aprile 2021 15:55
L’hanno già denominata Operazione ‘Albergo Nautico Diffuso’ o più semplicemente soluzione house-boat: è la nuova modalità di soggiorno che la Sardegna intende consolidare nella sua offerta ricettiva 2021 anche come valida alternativa ad alberghi e resort per fronteggiare l’emergenza covid-19. Il perdurare della zona rossa ha indotto alcuni operatori locali ad accelerare la realizzazione di una proposta nautica accessibile e bypassare l’eventuale restrizione del distanziamento fisico nei luoghi di soggiorno.
Attualmente, secondo quanto risulta alla Regione Sardegna, sarebbero circa 300 gli “alberghi galleggianti” pronti ad essere immessi nel mercato dell’ospitalità sarda, ma i vertici di Confindustria Sardegna Nord prevedono che da giugno si potrebbe toccare quota 1000, anche attraverso la riconversione di alcune imbarcazioni private messe in affitto per l’intera stagione. Ovviamente, nella maggior parte dei casi si tratta di barche a limitata capienza, ma sono pur sempre una soluzione di crescente appeal per i turisti, soprattutto italiani, che queste estate potrebbe optare per ‘vacanze distanziate’ come assicurano appunto le house-boat.
I CASI. E le stesse destinazioni locali stanno puntando ad attrezzarsi per allestire questo tipo di sistemazioni, trasformandole in veri e propri ‘asset’ della propria offerta turistica: un caso su tutti è il Porticciolo di Su Siccu, a Cagliari, dove si stanno allestendo colorate house-boat a due passi dal centro-città, e ci sono già numerose richieste per la prossima estate La sfida è ‘strutturare’ in tempo questa tipologìa di proposta: nella proposta di legge portata in consiglio regionale per l’avvIo dell’operazione ‘Albergo Nautico Diffuso’ viene prospettato un vero e proprio mercato parallelo dell’ospitalità con un giro d’affari che potrebbe toccare i 150 milioni di euro l’anno. Il modello è quello della Croazia dove sono state immesse nel mercato turistico residenziale oltre 6.000 imbarcazioni che costituiscono l’offerta di turismo esperIenziale in forte espansione, con una crescente domande soprattutto dai mercati tedesco e nord europeo in genere.
E riguardo a questa nuova forma di ospitalità pare che non ci siano opposizioni da parte degli albergatori, come ha tenuto a precisare il presidente di Assohotel Carlo Amaduzzi: «Le presenze in Sardegna sono ancora poche. L’isola ha tante potenzialità, ben vengano tutte le iniziative che cercano di individuare nuove forme di accoglienza. Ma occorre attrezzarsi al meglio, perché in alcuni porti sardi c’è ancora tanta carenza di servizi».
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