by Fabrizio Condò | 17 Gennaio 2025 11:10
Se non ora quando? La Sardegna insorge contro l’addizionale comunale sui diritti di imbarco[1] – i 6,5 euro che ogni passeggero paga per un biglietto – e si mette sulla scia dell’Abruzzo, terza regione dopo Calabria[2] e Friuli Venezia Giulia a eliminare l’imposta. Troppo allettante la proposta di Ryanair[3] – in caso di riduzione delle tasse sul trasporto aereo – di aumentare investimenti, passeggeri e rotte per non essere presa in considerazione. E ora l’isola ci pensa eccome[4].
Anche perché, osserva l’Unione Sarda, le tariffe restano troppo care – anche sotto le Feste[5] – e tagliare la gabella contribuirebbe a rilanciare il turismo in toto: “Servirebbero soldi – una trentina di milioni – e la volontà politica”. Insomma, non basta il servizio di continuità territoriale[6], assicurato da Aeroitalia, Ita Airways e Volotea, sottoposto alle verifiche della Regione in risposta ai disagi segnalati dagli utenti[7]. Il trasporto aereo resta una spina nel fianco della Sardegna e nei periodi di punta residenti e turisti sono prigionieri degli algoritmi delle compagnie, arrivando a spendere 400 euro.
Ecco allora che Marco Tedde e Antonio Moro (ex assessore regionale ai Trasporti), esponenti rispettivamente di Forza Italia e Psd’Az, hanno chiesto in una nota congiunta l’abolizione dell’addizionale comunale: “Lo spunto arriva dalla Regione Abruzzo che, sul solco di Friuli Venezia Giulia e Calabria, ha deciso lo stop alla tassa e annuncia nuove rotte, con un aumento del numero dei passeggeri annui del 30%, 100 milioni di euro aggiuntivi di investimento da parte di Ryanair e supporto ad oltre 950 posti di lavoro tra diretti e indotto”.
“L’imposta incide in maniera considerevole sul costo del biglietto – concludono – e crediamo sia il momento giusto affinché la presidente Todde inizi a stare al fianco dell’aeroporto di Alghero, abbattendo integralmente l’odioso balzello in funzione riequilibratrice rispetto agli scali di Olbia e Cagliari, che potrebbero avere una riduzione del 50% della tassa”.
«Nello scorso luglio Fratelli d’Italia ha depositato una proposta di legge nazionale affinché la tassa non si applichi più nei tre aeroporti sardi – nota Paolo Truzzu, capogruppo di FdI in Consiglio regionale – Se la Sardegna non decide in tempi brevi rischia di perdere un’importante opportunità, con inevitabili ricadute negative sui trasporti e sul turismo. L’abolizione della tassa sarebbe un passo decisivo sia nell’applicazione del fondamentale diritto dei sardi alla mobilità che nello sviluppo socioeconomico dell’Isola, consentendo alle compagnie di aumentare i collegamenti degli aeroporti sardi con le principali città italiane ed europee».
Come il canto delle Sirene, dall’Abruzzo risuona la voce del direttore commerciale di Ryanair, Jason Mc Guinnes: «Qualora l’addizionale comunale fosse abolita a livello nazionale, saremmo pronti a investire in Italia. La tassa danneggia il traffico aereo. Gli esempi positivi di Friuli Venezia Giulia e Calabria e, ora, quello dell’Abruzzo, ci dimostrano che una soluzione c’e. Ryanair è pronta a sviluppare la sua proposta di crescita che prevede 40 basi in più, per un investimento di 4 miliardi di dollari, 20 milioni di passeggeri in più, 250 rotte in più e 1.500 nuovi posti di lavoro».
Il canto è ammaliante: che farà “Ulisse” Todde?
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