Oltre 11mila dipendenti sospesi temporaneamente dal lavoro, 120 licenziamenti e una serie di aiuti statali per quasi 900 milioni di dollari non sono bastati a Sas Scandinavian Airlines per uscire dall’emergenza da coronavirus.
«Siamo grati ai governi di Danimarca, Svezia e Norvegia di avere garantito il loro supporto finanziario. Tuttavia, la gravità della crisi in atto fa sì che tali importi non siano sufficienti a garantire il superamento dell’emergenza, nel caso questa dovesse protrarsi ancora a lungo», si legge in una nota della compagnia.
Per fronteggiare il calo della domanda e le restrizioni alla mobilità, Sas è stato costretta a tagliare del 45% la propria capacità – tra voli di linea e charter – durante il mese di marzo, mese in cui si è verificata una flessione della domanda del 62%. Allo stesso modo, durante gli ultimi trenta giorni il load factor è caduto di 21,8 punti percentuali, crollando al 49.6%. Nel mese di aprile poi, il vettore ha comunicato di avere cancellato “quasi tutti i voli”, ad eccezione di poche “rotte domestiche” in Norvegia e Svezia.
Nelle scorse settimane, la compagnia aveva ricevuto dall’esecutivo svedese 150 milioni di dollari sotto forma di garanzie sui crediti, mentre una misura simile era stata concessa anche dal governo danese. Da parte sua, anche la Norvegia si era detta disponibile ad aiutare Sas, attraverso la concessione di un prestito statale di 588 milioni di dollari destinato all’intero settore aviation.