Niente da fare. A distanza di poche ore da quando aveva manifestato l’intenzione di lanciare un’opa per l’acquisto del 100% del capitale di Nh Hotels, Hyatt ci ha ripensato. Il motivo? La disponibilità del colosso di Chicago si è scontrata con l’offerta già in essere da parte di Minor International, la big thailandese dell’hôtellerie (può contare su oltre 160 hotel e resort, 2mila ristoranti e 400 negozi), che attualmente è già il più importante azionista del Gruppo spagnolo grazie al suo 35,55%.
Una percentuale, quella detenuta da Minor International, che è però destinata a salire fino al 44%, nel momento in cui il cda della società approverà nei primi giorni di agosto anche l’acquisizione di un restante 8,4% che il Gruppo thailandese ha rilevato da Tangla Spain, filiale iberica della conglomerata cinese Hna Group.
«Un’offerta vantaggiosa per Nh Hotels da parte nostra creerebbe un Gruppo più efficiente che potrebbe trasformare il panorama alberghiero europeo», aveva scritto venerdì nella sua lettera di intenti inviata alla Borsa di Madrid, Mark Hoplamazian, presidente e chief executive officer di Hyatt. Poi, dopo poche ore, il dietrofront, all’apparenza inspiegabile visto che le condizioni dell’offerta presentata a giugno da parte di Minor International erano già chiare a tutte le parti in campo. «Se non cambierà la situazione, non possiamo pensare di fare la nostra offerta», ha sottolineato il manager.
«Hyatt è entrata nella chiesa quando la sposa già se n’era andata», ha replicato in un’intervista telefonica a Skift il chiede operating officer di Minor International Dillip Rajakarier. «Il nostro obiettivo è andare avanti, e chiudere la transazione».