by Redazione | 7 Settembre 2020 9:01
Che non ci sarà più «nessun lockdown» generalizzato lo ha dichiarato nel weekend il premier Giuseppe Conte. Una buona notizia per l’economia che non vuole certo dire che l’emergenza sia acqua passata. Mentre continuano ad aumentare i contagi, infatti, entra in vigore il nuovo dpcm settembre che proroga fino al 7 ottobre la gran parte delle restrizioni imposte ad agosto.
Il decreto firmato a Palazzo Chigi e ora in Gazzetta Ufficiale[1] conferma, di fatto, le regole di comportamento già previste: distanziamento di almeno un metro, igiene delle mani e obbligo di indossare la mascherina nei luoghi chiusi, ma anche all’aperto se la distanza minima non è garantita. Mascherina tassativa anche dalle 18 alle 6 del mattino nei cosiddetti “luoghi della movida”, ovvero quelli dove c’è rischio di assembramento.
Prosegue anche lo stop alle discoteche e il divieto di pubblico negli stadi.
E sul fronte turistico? Anche qui, il dpcm recepisce l’ordinanza di agosto del ministero della Salute: tampone obbligatorio per chi rientra dai Paesi considerati a rischio (Spagna, Malta, Grecia e Croazia) e quarantena per chi arriva da Romania e Bulgaria. Confermato anche il divieto di ingresso dagli Stati inseriti nella black list: Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana, Serbia, Montenegro e Kosovo.
Ma qualcosa è cambiato, un passo avanti è stato fatto nell’apertura delle frontiere. È consentito ora il ricongiungimento delle coppie a livello internazionale. Chi si trova all’estero ora potrà entrare in Italia per raggiungere «la persona con cui ha una stabile relazione affettiva, anche se non convivente». Fino ad oggi, è bene ricordarlo, l’ingresso e il transito nel territorio nazionale era consentito solamente per le seguenti ragioni: esigenze lavorative; assoluta urgenza; esigenze di salute; esigenze di studio; rientro al proprio domicilio, abitazione o residenza.
Sul fronte dei trasporti locali, invece, è stato fissato all’80% il limite di riempimento di autobus, metropolitane e treni regionali. A patto che a bordo venga garantito il ricambio dell’aria.
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