Schiphol, ennesima batosta: ipotesi tassa di transito

Schiphol, ennesima batosta: ipotesi tassa di transito
25 Settembre 11:39 2023 Stampa questo articolo

Il mega hub aeroportuale di Amsterdam Schiphol, già protagonista del battage mediatico sul tetto ai voli, torna all’onore delle cronache: questa volta la notizia è la proposta del Parlamento olandese di introdurre nello scalo una tassa di transito. Prospettiva già duramente contestata dal ceo di Klm, Marjan Rintel.

In un post su LinkedIn, il manager scrive quanto segue: «Si accumulano tasse su tasse e in questo modo si scacciano i passeggeri, spingendoli così verso altri aeroporti. Una simile politica non garantisce un’aviazione più pulita e sostenibile».

Sempre secondo Rintel, se implementata, la pressione delle tasse aeroportuali potrebbe causare la “riduzione del traffico di transito di Klm su Schiphol fino al 36%”. Attualmente, infatti, sei passeggeri Klm su 10 risultano in transito.

La potenziale tassa è stata proposta la scorsa settimana come parte della politica climatica dei Paesi Bassi alla Camera dei rappresentanti olandesi. I proventi dell’ipotetica gabella sui viaggiatori in transito e sui passeggeri dei jet privati ​​sarebbero impiegati per ridurre le bollette energetiche dei residenti olandesi. A

l momento, non è stato ipotizzato l’importo o un valore indicativo di questa aliquota fiscale. Ma una cosa è certa: andrebbe a toccare un bacino non marginale perché, secondo i dati aeroportuali, da gennaio ad agosto sarebbero stati almeno 24 milioni i passeggeri in transito a Schiphol.

Klm aveva già subito la batosta legata alla decisione del governo olandese di ridurre il numero di voli a Schiphol. Il piano ridurrebbe i movimenti degli aerei – un decollo o un atterraggio viene considerato come singolo movimento – a 452.500 all’anno a partire dalla prossima estate. Si tratta di una cifra migliore rispetto alla riduzione precedentemente pianificata che disponeva il tetto a 440.000 movimenti, ma pur sempre pari a un taglio del 9,5% rispetto ai 500.000 consentiti oggi. I limiti ai voli, ha affermato il governo, ridurrebbero l’inquinamento acustico intorno a Schiphol del 20%.

Sulla delicata questione il ceo di Klm era già intervenuto a giugno scorso: «Se i funzionari del governo olandese vogliono ridurre il rumore a Schiphol – aveva dichiarato – devono seguire un approccio equilibrato, con un processo davvero strutturato che dovrebbe partire  prima dal rinnovamento delle flotte aeree e altre stringenti misure operative, per poi, come ultima risorsa, intervenire sulla riduzione dei movimenti».

Per la cronaca, i tagli ai voli pianificati erano stati sospesi a luglio dopo il crollo del governo del primo ministro Mark Rutte, avvenuto pochi giorni dopo che il governo olandese aveva vinto un appello che gli consentiva di andare avanti con il piano di riduzione.

Secondo i media, limitare i voli e tassare i passeggeri in transito in effetti sono due misure che minacciano di danneggiare pesantemente due “galline dalle uova d’oro” per l’economia olandese: ovvero la compagnia aerea di bandiera e lo scalo aeroportuale di Schiphol. Basti pensare che nel secondo trimestre di quest’anno Klm ha generato un utile operativo di 257 milioni di euro.

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Andrea Lovelock
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