by Fabrizio Condò | 16 Novembre 2023 16:13
«Imposizione». Il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, definisce così la precettazione del ministro dei Trasporti e delle infrastrutture, Matteo Salvini[1], che ha dato un colpo di accetta su uno degli scioperi più tormentati di sempre. Dopo giornate di aspro confronto[2], quindi, domani braccia incrociate del personale dei trasporti solo per 4 ore, dalle 9 alle 13, e non per 8, come volevano Cgil e Uil, che avevano già garantito i voli regolari[3] in sede di confronto con la Commissione di garanzia. Trenitalia e Italo hanno rivisto la pagina dei loro siti per i servizi assicurati:
https://www.trenitalia.com/it/informazioni/treni_garantiti_incasodisciopero.html[4]
https://www.italotreno.it/~/media/Images/content/pdf/sciopero/2023/11-23/treni-garantiti_171123_v2[5]
«Ha vinto il buon senso», aveva annunciato un Salvini trionfante, ma la controreplica dei sindacati non si è fatta attendere. «Una precettazione illegittima – ha ribadito Tarlazzi – Per rispetto della legge e con senso di responsabilità, soprattutto verso le lavoratrici e i lavoratori che già pagano in prima persona la volontà di scioperare, abbiamo accettato l’imposizione del ministro Salvini, ma continuiamo a ritenere questa precettazione un atto che lede uno dei diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione».
«Le motivazioni addotte dal ministro sono a nostro avviso tendenziose e assolutamente irrilevanti – prosegue Tarlazzi – e per questo valuteremo se fare ricorso, ma domani saremo comunque in piazza, anche per chi è costretto a non farlo, perché la situazione economica e sociale del Paese non è più sostenibile. I trasporti si trovano a fronteggiare oggi molteplici problemi legati alla sicurezza, ai salari e alle tutele, ai quali la legge di Bilancio non dà risposte come il mancato finanziamento del trasporto pubblico locale, la non attuazione del fondo per l’anticipo pensionistico dei lavoratori portuali e della norma per contrastare il dumping contrattuale, in particolare nel trasporto aereo. O peggiora la situazione come nel caso dei lavoratori marittimi, ai quali viene ridotta l’indennità di malattia».
Rincara la dose il leader della Cgil, Maurizio Landini: «Se fossimo rimasti nell’ambito della delibera della commissione e avessimo confermato lo sciopero così com’era, eventuali sanzioni avrebbero riguardato solo i sindacati e avevamo ragionato di assumerci questa responsabilità. Con la precettazione invece si introduce un altro elemento: a rischio ci sono anche i lavoratori che, se decidessero di scioperare 8 ore, subirebbero sanzioni economiche e penali. Ora c’è un motivo in più per scendere in piazza: quello di difendere per tutti il diritto sacrosanto a scioperare».
Salvini aveva sottolineato, invece, come non sia «in discussione il diritto allo sciopero, che è sacrosanto, e le rivendicazioni delle lavoratrici e dei lavoratori non si toccano. Detto questo, esiste anche un diritto al lavoro e alla e alla mobilità della maggioranza degli italiani che deve essere tutelato e garantito».
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