Operatori sfibrati, sindacati decisi, turisti inviperiti: se non siamo al tutti contro tutti, poco ci manca. La settimana degli scioperi, cominciata giovedì 13 luglio con quello ferroviario e relative polemiche scatenate dall’editto del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che last minute ne ha dimezzato la durata, ha raggiunto il suo culmine con quello del trasporto aereo di sabato 15: un cuneo piantato nel cuore delle vacanze estive.
Aeroporti in tilt tra mobilitazioni incrociate di personale handling, piloti e assistenti di volo di Vueling e piloti di Malta Air. Insomma, non ci voleva proprio, soprattutto in questo momento, proprio quando l’incubo pandemia è alle spalle, tuona Giuseppe Pagliara, amministratore delegato del Gruppo Nicolaus: «È più di uno sciopero, è un problema enorme che mette in ginocchio il sistema del trasporto turistico in generale, oltretutto in un periodo di fuoco. Figuriamoci, c’erano già difficoltà quotidiane fisiologiche, ora a tutte le carenze si è aggiunta una criticità che rischia davvero di affossarci. Bel guaio, non ci voleva proprio».
Dagli ai sindacati, allora: ma proprio adesso dovevano scatenare la bagarre? Pagliara, invece, punta il dito contro un altro obiettivo: «Dico la verità: non possiamo prendercela solo con i sindacati, fanno il loro mestiere, facile gettare fango su di loro. Piuttosto era il governo che sarebbe dovuto intervenire prima e dialogare con le parti sociali, non possono accorgersene due giorni prima degli scioperi. In ogni caso, il risultato è che si fa del male a un comparto già sofferente».
E procediamo a una prima sommaria conta dei danni: «Dati alla mano, per quanto ci riguarda – conclude Pagliara – questo sciopero ha avuto un impatto su un migliaio di turisti in tutta Italia. Parliamo poi del sabato, quando abbiamo soprattutto gli operativi per la Sardegna, una regione già molto sacrificata sotto il profilo del trasporto aereo (qui Valtur ha appena lanciato i suoi charter Vip, ndr) e questo aspetto rappresenta un’ulteriore difficoltà. In seconda battuta i viaggi con destinazione Grecia. Insomma, un’estate rovente e non solo dal punto di vista climatico».
Sulla stessa lunghezza d’onda di Pagliara il segretario nazionale Uiltrasporti, Ivan Viglietti: «Il governo si è svegliato tardi. I problemi nel settore del trasporto aereo sono talmente tanti e grandi che si trascinano da anni. Se si arriva ad un sciopero di questa portata, con adesione alta, significa che la vertenza va avanti da tempo, quindi o è stata sottovalutata oppure non è semplice da rivolvere. Se, come nel caso delle ferrovie, il ministro si presenta due giorni prima della mobilitazione e dice “arrivo io e sistemo tutto” vuol dire che non ci siamo».
La situazione più pesante è quella del personale handling, che da anni aspetta il rinnovo del contratto: «Sette per la precisione – nota Viglietti – a fronte di un lavoro massacrante e in condizioni climatiche spesso difficili. In questo periodo di vuoto contrattuale ci sono stati cinque anni di inflazione bassa, due di pandemia e due con l’inflazione al 10%. E gli stipendi erano già bassi sette anni fa… Quindi, quando si interviene su uno sciopero perché, come ho sentito, “non vogliamo rovinare le vacanze agli italiani”, si rifletta sul fatto che magari, i dipendenti dell’handling, forse le vacanze non riescono a farle. Loro».