Uno sciopero in piena diretta social è quello andato in onda nelle scorse ore nei due scali milanesi di Linate e Malpensa. A causa di quella che viene definita come una “agitazione sindacale spontanea del personale di terra”, i passeggeri hanno dovuto subire un rallentamento nelle operazioni di imbarco e di ritiro dei bagagli.
“Causa agitazione sindacale spontanea del personale di terra si stanno verificando disservizi e ritardi su Malpensa – è stato il messaggio pubblicato dallo staff dello scalo di Malpensa solo alle 8.35 – seguiranno aggiornamenti”, mentre su Facebook e Twitter la rabbia dei viaggiatori si scatenava senza troppi giri di parole.
L’agitazione, che non era stata annunciata, è cominciata nel city airport meneghino intorno alle 6, mentre come riportava l’account ufficiale di Aeroporti, dalle 9 la situazione stava lentamente rientrando. A Malpensa, invece, dove l’assemblea si è conclusa solo dopo le 10, sono stati registrati code ai check in e ritardi fino a 30 minuti per i voli.
Come nel caso dell’agitazione altrettanto improvvisa dello scorso 6 maggio scorso, quando i lavoratori delle cooperative del trasporto bagagli e dei servizi di terra avevano invaso il check-in di Malpensa di Ryanair per protestare contro la politica degli appalti delle società che hanno in affidamento i servizi, anche stavolta alla base della protesta ci sarebbe l’esito negativo dell’incontro avvenuto ieri in prefettura a Varese: la società Ags, che si occupa di servizi aeroportuali, vorrebbe subappaltare una parte del proprio lavoro a una cooperativa.
Per Dorina Bianchi, sottosegretario al Turismo, «i disagi di Linate e Malpensa sono un danno enorme per il turismo e per la mobilità dei cittadini. Gli scioperi nel turismo e nei trasporti mettono a serio rischio alcune libertà fondamentali per chi decide di viaggiare o soggiornare nel nostro Paese. Non si può più tollerare che una assemblea spontanea blocchi entrambi gli scali di una delle Regioni con maggiore traffico aereo e che rappresenta un vero e proprio hub al centro dell’Europa».
E aggiunge: «È necessaria una nuova e diversa regolamentazione sugli scioperi con regole più definite in modo da adattarle alle nuove esigenze. Al Senato, nelle Commissioni congiunte Lavoro e Affari Costituzionali, si sta affrontando l’argomento e dal momento che sono coinvolte diverse competenze, come è stato affermato dal sottosegretario Bobba in rappresentanza del governo nell’ultima seduta, è necessario l’intervento di più dicasteri e quindi portare avanti una approfondita istruttoria al fine di individuare una soluzione condivisa. Auspico che questo lavoro avvenga in tempi brevi e si individui uno strumento legislativo in grado di dare soluzioni immediatamente applicabili».