Se il caos voli dipende (anche) dalle falle tecnologiche
Non ci sono solo la carenza di personale, gli scioperi dei controllori di volo e la difficile relazione domanda-offerta di posti aerei a turbare il sonno delle compagnie aeree, preoccupate per il ripetersi di una stagione estiva all’insegna del caos voli.
Dalla carenza di personale alla distribuzione
La quarta incognita, forse la meno indagata, riguarda il gap tecnologico che il settore sconta da tempo e che inizia a manifestarsi con una certa cadenza, mandando in crisi la programmazione e la gestione ordinaria dei voli.
È stato questo uno dei nodi affrontati il mese scorso durante l’annuale Capa Airline Leader – Airlines in Transition, il summit svoltosi a Budapest organizzato dal prestigioso think tank Capa-Centre for Aviation.
Se aeroporti e compagnie aeree – da Lufthansa ad Amsterdam Schiphol, da American Airlines agli scali di New York – sono corse ai ripari cancellando rotte in anticipo o ripristinando il tetto ai voli per mitigare eventuali problemi nei periodi di picco; la “preistoria tecnologica” all’interno della quale si muove il sistema di programmazione dei voli e quello di distribuzione dei biglietti aerei rischia di complicare i piani estivi dei vettori.
La preistoria tecnologica
Come è già accaduto negli ultimi mesi, infatti, varie falle tecnologiche e gli antiquati software di gestione delle operazioni e di protezione dei dati del trasporto aereo possono mandare in tilt tutto il sistema da un momento all’altro.
Dalla crisi natalizia di Southwest Airlines (per un software obsoleto) allo stop a tutti i voli negli Usa dell’11 gennaio scorso, causato da un guasto informatico, o al blocco dei voli Lufthansa a febbraio 2023 (sempre a causa di un problema tecnologico). Senza contare le numerose violazioni e attacchi hacker subiti da tante compagnie aeree negli ultimi anni.
Un vero e proprio gap tecnologico, quindi, che costringe i vettori a mantenere la guardia alta sebbene non tutti siano d’accordo sull’urgenza di questo tema.
L’ansia delle compagnie aeree
Secondo quanto riporta PhocusWire, infatti, «l’aspettativa dei viaggiatori riguardo questa estate è che “qualcosa andrà storto” – ha detto Tamur Goudarzi Pour, chief commercial officer di Swiss Air durante il panel di Capa – Le compagnie aeree devono imparare a gestire l’ansia e la possibilità che alcune cose potrebbero non andare come previsto».
La semplificazione di Pour non ha trovato d’accordo però Otto Gergye, consulente del presidente e ceo di Thai Airways. «Le aspettative sono le stesse, ma è stato il nostro tempo di reazione che non le ha soddisfate. È stata proprio la nostra tecnologia che non è riuscita a tenere il passo».
Su questo tema è tornata quindi alla ribalta la necessità di accelerare ancora una volta l’adozione dell’Ndc di Iata, il protocollo che cambia radicalmente il modo di distribuire le tariffe aeree.
Goudarzi Pour , grande sponsor di Ndc come tutto il Gruppo Lufthansa, ha riconosciuto anche la necessità di rinnovare proprio l’impianto base dei software.
«Tutte le migliori applicazioni sviluppate in questi anni non cambiano però il cuore della nostra tecnologia, che risale ancora al 1960. L’intera industria ha bisogno di rivedere i suoi metodi per entrare definitivamente nell’era digitale. Nessuna compagnia aerea può farlo da sola. Abbiamo provato in passato e non ha funzionato. Questa è la seconda volta; non avremo una terza possibilità», ribadisce il manager riferendosi al ruolo di primo piano che il Gruppo Lufthansa ha avuto nella spinta decennale a “rottamare” i vecchi modelli distributivi in favore di nuovi.
Il “nodo voli” in copertina su L’Agenzia di Viaggi Magazine: sfoglia il giornale
I servizi (digitali e non) devono cambiare
Il manager di Swiss Air, infatti, è convinto che ci siano dei correttivi di assistenza che vanno implementati al più presto. «La maggior parte delle rotte coinvolte da disagi nella prossima estate sono quelle legate all’Europa centrale. A breve termine, quindi, dovremmo lavorare sui servizi digitali di assistenza: il cambio di prenotazione, i call center telefonici che hanno orari di servizio (troppo) fissi e rigidi, i sistemi di rebooking e di riprotezione. Queste sono le priorità da gestire per l’estate».
Con la speranza, infine, che le iniziative tecnologiche riguardanti la biometria e la gestione dei bagagli, nonché l’aumento dei livelli di personale, possano invece risolvere il problema del caos negli aeroporti.
Allo stesso tempo, però, Otto Gergye rileva che il nodo è più ampio e investe il core business dei vettori. «È una verità dura da accettare: noi parliamo di ordini unici, biglietti unici e sistemi retail da cambiare. Ma dobbiamo chiederci quali son i benefici per i clienti. Se si viaggia solo una volta l’anno verso l’Asia, come fa l’80% dei viaggiatori, forse dobbiamo interrogarci se i benefici di cui ci riempiamo la bocca rispetto a nuovi modelli di distribuzione e di vendita non valgano per un target molto piccolo», ha detto il manager.
In conclusione «abbiamo bisogno di portare la compagnia aerea lì dove c’è mercato, non il contrario. E i servizi devono essere adeguati alle esigenze del cliente, non alle esigenze tecnologiche», ha affermato Gergye.
Giornalista. Specializzato in trasporto aereo e ferroviario, economia, agenzie di viaggi, tecnologia ed estero. Segue convention e fiere internazionali.
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