Se il cliente prenota online, ma ignora il brand

Se il cliente prenota online, ma ignora il brand
27 Febbraio 07:00 2023 Stampa questo articolo

Prenotare un tour online è facile, intuitivo e immediato. Così semplice che quasi la metà dei viaggiatori non ricorda con quale azienda, marchio, brand o società ha prenotato il servizio scelto.

La nuova ricerca condotta da Arival e Phocuswright sul booking online di attività, tour ed esperienze è difatti impietosa: il 40% degli intervistati afferma di aver prenotato “su Google” e almeno “1 su 5 pensa di aver prenotato tramite i social media e le loro app”; entrambe le soluzioni difficilmente vendono però tour e attività.

Il report dettagliato della ricerca – intitolato ‘The 2023 Experiences Traveler” – esce proprio a ridosso di Arival 360 Conference: il mega evento di Berlino dedicato solo al settore tour, attrazioni ed esperienze dell’industria del travel che si terrà dal 5 al 7 marzo 2023.

Il dato “sulla memoria cortissima” del cliente è solo una parte dell’intero report, quindi, che rivela una generale mancanza di riconoscibilità degli operatori e dei brand online che vendono tour e attività, riflettendo così la natura frammentata del mercato e quanto sia competitivo il panorama dell’ecommerce dei viaggi.

«Il settore dei tour e delle esperienze è molto frammentato, così come cercare e scegliere le “attività da fare” risulta ostinatamente  difficile per i viaggiatori – sottolinea Douglas Quinby, co-foundere ceo di Arival – Tutto ciò è aggravato dal fatto che queste sono decisioni molto più complesse e importanti per i viaggiatori piuttosto della scelta del trasporto o dell’alloggio. Decidere come trascorrere il proprio tempo a destinazione e assicurarsi che i compagni di viaggio abbiano un’ottima esperienza, questo è un fattore significativo. I viaggiatori usano molte più fonti di informazioni – online e offline – per trovare e scegliere i tour, le attrazioni e le esperienze per i loro viaggi».

Circa il 35% degli intervistati, inoltre, ricorda di aver prenotato tramite un “agenzia di viaggi online” come Expedia, Viator o GetYourGuide.

«È chiaro che il settore soffre di una mancanza di riconoscibilità dei brand e che il mercato online è sempre più competitivo – continua Quinby – Ciò dimostra quanto sia importante per i marchi di esperienze di viaggio avere una solida attività di marketing su più canali online e offline, rendendo il più semplice possibile per i viaggiatori trovare e prenotare le loro esperienze».

Il report Arival-Phocuswright è stato condotto intervistando oltre 4.000 persone tra Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania, nel terzo trimestre del 2022.

L'Autore

Gabriele Simmini
Gabriele Simmini

Giornalista. Specializzato in trasporto aereo e ferroviario, economia, agenzie di viaggi, tecnologia ed estero. Segue convention e fiere internazionali.

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