by Andrea Lovelock | 28 Marzo 2023 11:06
Advanced booking in ripresa, ma forti preoccupazioni per l’accessibilità al prodotto isole: è questo, in estrema sintesi, il quadro di riferimento per la stagione 2023 tracciato dagli operatori ospiti del talk show, moderato da Roberto Gentile, alla convention Travelbuy[1].
Riguardo alle prenotazioni anticipate, tutti hanno condiviso una valutazione più che positiva. Fabio Candiani, direttore vendite di Msc Crociere, lo ha esplicitato senza esitazioni: «Abbiamo cominciato ad avere ordini importanti a novembre e dicembre, il picco lo abbiamo poi avuto a gennaio e febbraio. Ora siamo al 70% di riempimento in pre vendita (l’advanced booking finirà ai primi di maggio, ndr)».
Dello stesso tenore il commento di Massimo Diana, direttore commerciale di Ota Viaggi: «La nostra tempistica sull’advanced booking parte da metà dicembre e chiudiamo a fine marzo; non lo prorogheremo perché, rispetto al 25% di pre venduto che solitamente viene maturato, quest’anno abbiamo raggiunto il 34%. Con questa modalità, ovviamente, il t.o. guadagna in programmazione».
Anche per Massimo Zanon, direttore commerciale di Bluserena, risultati lusinghieri: «Quest’anno abbiamo maturato un buon 50% nell’advanced booking, anche se almeno un 30% di clientela continuerà ad acquistare sotto data, ma perlomeno questo slancio iniziale ci favorisce nello stressare meno il booking nel periodo di picco».
Anche Simone Aggio, ceo di SiTravel Network, si dice soddisfatto delle pre vendite: «Credo che la politica dell’advanced booking debba essere ulteriormente potenziata, allungando il periodo di effettuazione, perché ci guadagnano tutti: dal t.o. in programmazione all’adv in frequentazione d’utenza, alla clientela stessa. E poi per gli operatori c’è l’imperativo di non far mancare mai il prodotto sugli scaffali delle agenzie.»
Medesimo anche il parere di Luigi Maurino, ceo di Navitalia.com, portale di collegamenti via mare: «Secondo noi il vero plus per le adv è la tempistica nelle vendite; la pronta reattività alle sollecitazioni della clientela è la carte vincente del canale agenziale, anche con l’ausilio delle piattaforme».
Alla voce di operatori e adv si è aggiunta anche quella dell’hôtellerie, rappresentata da Mario Cardone, ceo di Autentico Hotels, che ha sottolineato «Il nostro network di 35 strutture alberghiere in Italia è un modello per fare sistema, esattamente come Travelbuy nell’intermediazione, e oggi il nostro approccio tiene conto della grande trasformazione in atto nel turismo e nel mondo dei viaggi: se in passato si vendevano camere e servizi ancillari, oggi si devono vendere esperienze. E le adv hanno due carte vincenti: la conoscenza dei clienti e la conoscenza del proprio territorio di pertinenza».
Un approccio al mercato condiviso anche da Stefano Corbari, presidente di Fiavet Lazio, che ha osservato: «C’è e deve esserci sempre più assonanza tra chi produce e chi vende. Credo siano maturi i tempi per un giusto rapporto tra t.o. e adv dettaglianti. Sempre più spesso si creano sinergie a beneficio di tutti. Ma quello che non deve cambiare è l’approccio alle procedure, perché sono queste che fanno la differenza e rendono vincente la distribuzione organizzata: sia i t.o. che gli adv devono essere sempre più disponibili, malleabili. È così che si vince sul mercato».
Ma il talk show della Convention Travelbuy ha affrontato anche una delle criticità più evidenti che riguarda, da un lato il cambio di pelle del tour operating italiano, dall’altro il deficit di offerta turistica adeguata per certi prodotti di punta, come Sardegna e Sicilia.
Il tema è stato toccato da Massimo Diana: «Dobbiamo essere consapevoli che il tour operating italiano sta cambiando in modo radicale. Alcuni grossi nomi sono stati ceduti a fondi esteri; di fatto, stanno arrivando colossi internazionali che impatteranno su un mercato molto sartoriale in Italia. Inoltre, dobbiamo affrontare problemi enormi di accessibilità al prodotto, come in Sardegna: se la scorsa estate avevamo chiuso con grossi problemi di voli – per costi e personale – nel mese clou di luglio, oggi abbiamo lo stesso problema, con un volato a dir poco deficitario. Aeroitalia – la nuova compagnia aerea che ha vinto la continuità territoriale e che al momento dispone di 5 aerei – essendo nata solo un anno fa, non può certo coprire la domanda aerea sull’Isola e quindi accuseremo un ritardo operativo che in Italia è ormai cronico, una sorta di retaggio storico. Basti pensare che all’ultima Itb di Berlino tutti i tour operator stavano parlando delle vendite 2024-25, mentre noi discutiamo ancora della stagione 2023. Una tempistica che ci penalizza a livello globale».
Diana ha completato il suo intervento con un’altra osservazione molto mirata, sempre sulla mobilità in Sardegna: «Nessuno dice che Volotea ha ormai deciso di portare via le macchine, perché ha vinto la gara in Corsica, destinazione che ha una stagionalità più lunga e redditizia. E ancora che la compagnia Wizz Air, comprata da un Fondo saudita, sta spostando tutte le macchine dal mercato europeo all’Arabia Saudita fino al mercato indo-pakistano, molto più redditizio anche in termini di volumi di traffico. Tutto questo si tradurrà in un deficit di offerta aerea a dir poco penalizzante: a conti fatti, i clienti che vogliono far vacanza in Sardegna, quest’anno la potranno raggiungere nel 92% dei casi in nave e solo l’8% in aereo. Una situazione che si riflette anche sul piano tariffario: oggi un Olbia-Milano in agosto costa 780 euro più tasse, quasi quanto andare a New York. E su Olbia ci sono solo tre voli per tutta l’estate: come si può affrontare così la domanda dei passeggeri? Sul versante traghetti, il prezzo medio si attesta intorno a 250 euro tasse incluse, andata e ritorno. Infine, c’è anche il problema dell’autonoleggio: il costo medio giornaliero si aggira sui 115 euro. Una follia».
Gli ha dato pienamente ragione Zanon, che ha aggiunto: «Dopo 3 anni di grande sofferenza, questo 2023 si sta prospettando un ottimo anno per il Mare Italia, con crescite interessanti rispetto al 2019. Ci sono mete più facili da raggiungere, in particolare quelle sulla terraferma (Calabria, Puglia). E purtroppo, in tale ottica, sono le isole a fare più fatica a causa della grave carenza nella disponibilità di posti, più verso la Sardegna che la Sicilia, e nei periodi di picco potrebbero esserci un po’ di problemi nel soddisfare la domanda».
Ma sono zone d’ombra che sembrano non togliere il sorriso sul viso degli operatori della filiera, pronti a fare il pieno di clienti e di ottimismo per l’immediato futuro.
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