Se il tour operator è un bravo ragazzo
Il mondo dei viaggi si scopre sostenibile e spazia dalla riscoperta del valore del lavoro ad azioni di solidarietà nelle destinazioni dove opera: alla Bit è andato in scena l’aggiornamento in tempo reale dell’impegno di alcuni dei principali tour operator italiani con il convegno che ha messo a fuoco il valore sociale delle aziende della filiera del viaggio organizzato.
La testimonianza di Michele Serra, presidente di Quality Group, è stata subito illuminante: «Interpretare al meglio l’Esg (enviromental, social e governance, ndr) per me significa tenere sempre a mente che la finalità di un’azienda non deve essere solo quella di dividere gli utili, ma valorizzare il lavoro dei suoi componenti, dai vertici al personale, perché il lavoro deve essere un bene per chi lo compra e per chi lo produce. In fin dei conti un’azienda nasce per soddisfare un bisogno del mercato e dei portatori di interesse che sono i clienti, gli agenti di viaggi, i partner con i quali si collabora, le comunità delle mete che si programmano, ma anche i soci del nostro consorzio».
Altro modo efficace per esprimere un nuovo modello di business che contempli anche l’aspetto sociale è quello messo in atto da Alpitour a Torino, sia all’esterno con il sostegno tangibile al Museo Egizio che ha dato la possibilità di aumentare l’attrattività della città, portare reddito al territorio, incrementando le spese turistiche dei visitatori, sia all’interno dell’azienda. Una linea perseguita e illustrata da Tommaso Bertini, chief corporate and marketing di Alpitour World: «I nostri impegni in ambito Esg sono molteplici: abbiamo iniziato un percorso importante con il nuovo logo e una nuova identità di Gruppo, riducendo anche il numero di marchi da 12 a 5. Questo perché la clientela è sempre più interessata a conoscere il valore di un’azienda alla quale affida l’organizzazione dei propri viaggi. Tra i primi sforzi esterni c’è stato poi il sostegno al territorio come abbiamo fatto a Torino, condividendo un evento come il bicentenario del Museo egizio, e quest’anno a Pesaro dove stiamo collaborando nell’ambito della programmazione di Capitale della Cultura. Stiamo poi cercando di dare benessere all’interno dell’azienda a tutte le persone che lavorano per il Gruppo e stiamo studiando iniziative di sostegno in alcuni Paesi più “sfortunati” dove operiamo».
Anche per Sara Prontera, direttrice marketing di Nicolaus, «quando si parla di impatto sociale si deve considerare una duplice influenza che si esercita, non solo sulle strutture e relativo territorio delle destinazioni operate, ma anche nelle comunità dove l’azienda ha sede. Nel nostro caso la prima scelta di responsabilità è stata quella di rimanere sul territorio che ha visto nascere l’azienda, ovvero Ostuni, mantenendo proprio lì il proprio head quarter. E questo ha assunto una importanza in termini di indotto ed in termini occupazionali: il dato eclatante è che lo scorso anno l’89% degli stage attivati si sono trasformati in contratti di lavoro e questo in un territorio come quello pugliese ricopre una certa rilevanza sociale. Ci sono poi gli impegni che Nicolaus intende portare avanti in azioni di solidarietà nelle destinazioni programmate come l’operazione Zanzibar Help, una onlus che si occupa di alfabetizzare ragazzi locali con disabilità. Ma crediamo che il concetto di sostenibilità si debba comunque declinare in termini non solo sociali, ma anche ambientali e finanziari».
Percorso virtuoso Esg anche per Veratour che si sta impegnando sia in ambito occupazionale, che in nei luoghi dove sorgono le sue strutture, come ha spiegato il direttore commerciale Massimo Broccoli: «Stiamo lavorando sulla valorizzazione delle giovani risorse umane, in particolare per far crescere nuove figure professionali e al tempo stesso abbiamo avviato in talune destinazioni, come ad esempio Mauritius, l’operazione plastic free che mira proprio a favorire la sostenibilità turistica delle nostre offerte. Ma credo che in Italia riguardo all’adozione di nuovi modelli che seguano i principi dell’Esg ci si stia muovendo in modo disordinato e che ci si debba strutturare meglio per lasciare davvero il segno del nostro impegno».
Sul welfare aziendale si è impegnato molto anche Idee per Viaggiare. Ne ha parlato Paola Schiavone, marketing manager del t.o.: «Da sempre abbiamo cercato di valorizzare le nostre risorse umane perché siamo convinti che la vera sfida sia far sì che i nostri dipendenti possano trasmettere alla clientela e ai partner il valore dell’azienda. Recentemente abbiamo anche adottato soluzioni per venire incontro alle esigenze collettive e personali, coniugando lo smart working e allestendo nuovi spazi all’interno del nostro ambiente di lavoro per creare un efficace networking».
Il lavoro come “valore” e stato affrontato anche da L’Agenzia di Viaggi Magazine in Bit con il nostro focus sul burnout e la cover “Torniamo umani”, che ci ha accompagnato in fiera.