Non è l’unico motivo, ma è uno dei grandi problemi che impediscono agli Usa di aprire pienamente le frontiere con l’Europa e il Regno Unito. Si chiama Vaxzevria ed è il vaccino anti Covid sviluppato da AstraZeneca e ampiamente utilizzato in Uk, ma anche in tutta Europa.
Il dilemma dell’amministrazione Usa – che ha già fatto intendere di non voler riaprire le frontiere con l’Ue almeno fino al prossimo novembre – è legato proprio al riconoscimento del vaccino per i viaggiatori che in futuro entreranno negli States.
Il motivo è tanto semplice quanto sorprendente: il Centres for Disease Control (CdC) nordamericano non ha mai approvato ufficialmente il vaccino AstraZeneca creando quindi un “vuoto di riconoscimento” su uno dei vaccini più utilizzati al mondo. In sintesi, infatti, il 90% dei viaggiatori inglesi e un buon 50% di quelli europei potrebbero avere più di un problema ad entrare in futuro negli Usa e ad accedere ad attività, eventi e locali dove viene richiesta la prova certificata della vaccinazione.
Il processo di approvazione statunitense, infine, avrebbe bisogno di alcuni mesi: un lasso di tempo troppo lungo per un’industria che invece chiede di ripartire al più presto. tanto che alcune realtà cittadine e statali negli States stanno procedendo al riconoscimento del Vaxzevria in maniera del tutto autonoma. La città di new York, per esempio, ha incluso il vaccino AstraZeneca tra quelli accettati come prova certificata utile ad accedere ad alcuni eventi indoor.
Il World Travel & Tourism Council (Wttc) sta pressando il governo Usa proprio per accelerare l’approvazione del vaccino anglo-svedese così da poter far ripartire i viaggi transatlantici.
Il senior vice presidente del Wttc, Virginia Messina, ha sottolineato: «Se non arriva l’approvazione da parte degli Stati Uniti il Paese rimarrà effettivamente chiuso per la maggioranza dei visitatori inglesi e per milioni di persone nel mondo che hanno ricevuto la doppia dose di AstraZeneca. Nessuna economia, né quella degli Usa, né quella inglese, possono sostenere questo “vuoto vaccinale” e ogni giorno che passa con ancora queste restrizioni di viaggio, il settore del turismo sprofonda sempre più nel rosso».